Una perdita media di oltre 1.200 euro all’anno per 4,3 milioni di pensionati. Sono questi i primi calcoli dello Spi Cgil rispetto al taglio annunciato alla rivalutazione delle pensioni sopra quattro volte il trattamento minimo.

Si tratta di una riduzione molto drastica, che colpisce in particolare chi ha lavorato e versato i contributi per 40 anni e oltre e che non percepisce affatto un assegno alto ma di 1.800 netti al mese. Insomma: pensioni che sono il risultato di una vita di lavoro e che ora rischiano una rivalutazione di gran lunga inferiore a quella prevista dalla legge in vigore.

Non è un caso che lo Spi ha parlato di governo che usa i pensionati come un bancomat per recuperare risorse e negando loro la possibilità di recuperare una parte del loro potere d’acquisto. Una scelta iniqua e scellerata, assunta senza alcun confronto con i sindacati.