“I Dca non sono una nostra scelta. Ci state tagliando il futuro”. È lo slogan che venerdì 19 gennaio, nelle principali città italiane, farà da fil rouge a una serie di manifestazioni di protesta contro l'azzeramento del Fondo nazionale per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione, non rifinanziato in Manovra. A organizzarle sono Chiedimi come sto (Udu e Rete degli studenti medi), Fondazione Fiocchetto Lilla, Animenta Dca, Maruska Albertazzi e Silvia Persico. Al momento sono confermate iniziative in 22 città da Nord a Sud, ma la lista è in costante aggiornamento. A Roma l'appuntamento è alle 15.30 davanti al ministero della Salute.

"Con la mobilitazione nazionale - spiega l'Udu - vogliamo denunciare la totale assenza di risorse per affrontare i Disturbi del comportamento alimentare. I Dca colpiscono oltre 4 milioni di italiani e causano 4mila morti ogni anno. I casi sono triplicati dopo il Covid-19, ma i posti per curarsi rimangono insufficienti e stanno persino diminuendo. Il taglio dei finanziamenti aggrava ulteriormente la situazione, con liste d'attesa che si allungano e interruzioni pericolose nei percorsi terapeutici".

“Il Fondo – prosegue la Rete degli Studenti Medi – era stato istituito nel 2021 dopo la manifestazione del Movimento Lilla dell'8 ottobre. Rappresentava un’importante passo avanti per la cura dei Dca, che richiedono un approccio specializzato e non possono essere trattati adeguatamente in reparti psichiatrici ordinari. Con la legge di bilancio 2024, la presidente Meloni, il ministro Schillaci e la maggioranza parlamentare si è dimostrata completamente insensibile e indifferente al tema, non risparmiando dai tagli neanche questo fondo”.

"Il 19 gennaio scendiamo in piazza perché di disturbi alimentari si muore, oggi più di ieri. E se non facciamo nulla, si morirà domani più di oggi", scrive Albertazzi su Facebook. "Non resteremo a guardare", assicura l'attivista dell'associazione Mi nutro di vita. Chi vuole aggiungere la propria città all'elenco di quelle che già hanno aderito alla protesta può scrivere su Instagram a Chiedimi come sto.