“Temiamo che ci sia l’intenzione di Roma Capitale di dare un duro colpo ai servizi sociali della città. Abbiamo già denunciato l’assenza dei rappresentanti dell’amministrazione interessati, in primis l’assessore al bilancio e l’assessore alle politiche sociali, alla commissione trasparenza del 30 dicembre scorso. Anche l’appello rivolto alla stessa sindaca Raggi, per risolvere le tante questioni aperte, è rimasto finora inascoltato. Per questo, anche in presenza di una convocazione indetta dall’assessore Mammì, come già annunciato, ci troviamo costretti ad avviare iniziative di mobilitazione: il 13 gennaio, alle 10, saremo in presidio sotto l’assessorato alle politiche sociali del Comune di Roma capitale, in viale Manzoni, anche per continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema urgente quanto delicato”, dichiarano Fp Cgil di Roma e Lazio, Cisl Fp Roma capitale Rieti, Uil Fpl Roma e Lazio e le centrali cooperative Agci solidarietà Lazio, Confcooperative Federsolidarietà Lazio e Legacoopsociali Lazio.

“L'assistenza domiciliare, l'assistenza all’integrazione degli alunni disabili e quella agli anziani hanno già pagato il prezzo delle riduzioni e delle tardive rimodulazioni, non garantite in modo omogeneo sul territorio, a cui si sono aggiunte problematiche nella fatturazione per i servizi svolti. Oltre alla necessità di affrontare una volta per tutte le tante questioni aperte, è urgente scongiurare che il bilancio 2021 preveda un netto taglio a questi servizi. Il welfare cittadino, già provato da anni di disinvestimenti, va, al contrario, rinforzato: i fondi per il sociale non possono essere stanziati sullo storico del 2020, anno in cui ci sono state forti flessioni di servizio per il Coronavirus, quanto piuttosto devono essere usati i risparmi di spesa prodotti nel 2020 per recuperare le ore non erogate nell’anno appena concluso e implementare i servizi, vista l’emergenza sociale creata dal perdurare della pandemia. Il rischio è che siano lavoratori e famiglie, già in difficoltà, a pagare la miopia dell’amministrazione e l’ulteriore contrazione dei servizi” - aggiungono le organizzazioni.

“È necessario un confronto continuo, che porti all’emanazione di linee guida da parte dei dipartimenti competenti e della Ragioneria generale dello Stato per far sì che, anche se a posteriori, siano chiare e uniformi le modalità di riconoscimento economico legate alle attività dei servizi rimodulati (assistenza domiciliare, Cepa, centri diurni, ecc.) e riconoscere agli enti gestori i maggiori oneri per l’attuazione di tutte le misure di sicurezza previste per il contenimento del contagio da Covid-19 (adozione di protocolli organizzativi, forniture di dpl, ecc). Inoltre, deve essere finalmente superato il ritardo, da parte di Roma capitale, relativo all’adeguamento delle tariffe dei servizi all’aumento previsto dal ccnl Cooperative sociali, rinnovato già da due anni. I servizi alla persona non possono sottostare a mere logiche di contabilità, in gioco, ci sono qualità e condizioni di vita della parte più fragile della società, a cui l’amministrazione cittadina ha il dovere di dare una risposta adeguata ed estesa” - concludono le diverse sigle sindacali.