Si spenderà molto meno del previsto perché il numero dei lavoratori e delle lavoratrici che hanno scelto di andare in pensione con "quota 100" è molto più basso delle previsioni. Nello specifico, il risparmio nel triennio 2019-2021 sarà di quasi sette miliardi. “Nonostante in tanti, in Italia e in Europa, continuino ad agitare questo problema, i risultati e le previsioni che ragionevolmente si possono fare attestano altro”, spiega il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli, citando i dati contenuti nell’analisi dell’Osservatorio sulla previdenza della Cgil nazionale e della Fondazione Di Vittorio. Nello studio reso pubblico oggi (mercoledì 22 luglio) si “dimostra che il costo delle misure previste lo scorso anno per ‘quota 100’, blocco adeguamento speranza di vita e proroga Opzione donna, era assolutamente sovrastimato, e che verrà coinvolta una platea decisamente inferiore a quella preventivata”.

I fantasmi che si agitano in Europa
Ovviamente le critiche non sono mai asettiche e neutrali, come spiega Ghiselli: “Purtroppo – dice il segretario confederale con delega alle politiche previdenziali – si continua strumentalmente ad attaccare il nostro sistema previdenziale, denunciando la sua presunta insostenibilità, con l'obiettivo di ottenere ulteriori interventi restrittivi. La verità è che il nostro sistema è sostenibile finanziariamente, ora e in prospettiva, come certificato anche dalla Corte dei conti, e il regime pensionistico italiano, con i 67 anni di età per poter accedere alla pensione di vecchiaia, attualmente è il più restrittivo in Europa”. 

Come spendere le risorse risparmiate? 
Visti i dati, a questo punto non è solo questione di prendere atto delle tante fake nwes che girano. Si tratta di fare anche proposte in vista della ripresa del negoziato con il governo sulle pensioni (prevista per il 28 luglio). “Considerato che le risorse previste per ‘quota 100’ saranno utilizzate solo in parte – dice Ghiselli – vi sono ancor di più le condizioni per intervenire nell’attuale sistema, che riteniamo iniquo e insostenibile socialmente, prevedendo una flessibilità in uscita a partire dai 62 anni, interventi a favore delle donne, dei lavoratori precoci, dei lavoratori gravosi o usuranti, degli esodati. E per introdurre una pensione contributiva di garanzia per i lavori poveri o discontinui e per i più giovani”. Tutte proposte, conclude Ghiselli, contenute nella piattaforma che il sindacato "unitariamente ha già presentato al governo. Ci auguriamo che il confronto possa dare risultati concreti e immediati”. 

Ma vediamo più da vicino i numeri
“Le domande di ‘quota 100’ presentate sino a oggi sono circa 276.763 – spiega Ezio Cigna, responsabile Previdenza pubblica della Cgil nazionale – ma le accolte sono state solo 202.859, mentre 35.143 sono le respinte e 39.031 sono ancora giacenti. Numeri che, sviluppati secondo l'attuale flusso delle domande, confermano che ‘quota 100’ è una misura che coinvolgerà poco più di un terzo della platea prevista nel triennio, ossia 356 mila persone anziché 973 mila, determinando un avanzo importante di risorse”. Nel prossimo triennio, prosegue Cigna, anche analizzando "il blocco dell'adeguamento alla speranza di vita e la proroga di Opzione donna, non verranno utilizzati sei miliardi e 811 milioni, e nello specifico un miliardo 309 milioni nel 2019, due miliardi 904 milioni nel 2020 e due miliardi 597 milioni nel 2021. Notiamo con soddisfazione che i dati reali hanno confermato le stime che la Cgil fece un anno fa rispetto a queste misure, e riteniamo del tutto indimostrabile la previsione di una prossima impennata delle domande di ‘quota 100’ legata all'epidemia Covid 19”.

Vedi anche il rapporto completo su Quota 100 e sui conti generali delle pensioni sul sito della Cgil e della Fondazione DI Vittorio.