Con il mese di luglio arriveranno anche le quattordicesime dei pensionati, una misura che è stata introdotta negli anni scorsi per sostenere i redditi più bassi degli anziani. Ma chi beneficerà quest’anno della misura? E come incide la situazione di crisi dovuta al Coronavirus sulle famiglie dove vivono pensionate e pensionati? Abbiamo girato queste domande a Raffaele Atti, segretario nazionale dello Spi Cgil, responsabile delle politiche previdenziali.

Dopo l’ultimo incontro con l’Inps che cifre avete a disposizione? Quanti saranno ipensionati che beneficeranno della quattordicesima mensilità?

L’Inps ci ha  fornito i dati aggiornati. Riceveranno la quattordicesima 2 milioni 911.372 persone per una spesa di un miliardo 417 milioni. Mediamente (ma le cifre variano a seconda degli scaglioni e degli anni di contribuzione i pensionati che he ne hanno diritto riceveranno in media 487 euro al mese. Per le quattordicesime di quest’anno si registra un calo delle persone presone che hanno diritto, in linea con gli anni precedenti: saranno quasi 300 mila persone in meno. I motivi del calo sono diversi. Ci sono meno pensioni sotto il limite (escono pensionati più anziani che avevano pensioni più basse, ci hanno lasciato per esempio molti anziani che sono deceduti in questi mesi per il Corona virus) .Ed ovviamente entrano pensioni che sono superiori, anche se non tutte sopra i limiti, c’è una parte che supera di poco il requisito del limite del reddito. Poi c’è da considerare l’insufficiente rinnovo delle dichiarazioni reddituali. Se scade il tempo per la documentazione è necessario ripresentarla. E in questo senso ci sono stati ritardi e confusione dovuti anche alle proroghe per la presentazione dovute all’emergenza sanitaria. Ci hanno quindi annunciato che l’Inps, dopo aver fatto le verifiche in questi mesi,farà una nuova erogazione a settembre per recuperare quelli che hanno aggiornato i loro dati poco prima della scadenza.

Si può tracciare un identikit generale del pensionato o della pensionata che riceveranno la quattordicesima?

Questo intervento per la sua natura riguarderà una platea prevalentemente femminile perché sono proprio le donne, come sappiamo, ad avere le pensioni più povere anche partendo dal dato di fatto che l’attuale calo degli aventi diritto significherà anche risparmi si spesa. Si aprono quindi potenziali spazi sul risparmio rispetto al fabbisogno. Vorrei anche ricordare che stiamo parlando di misure a carico della fiscalità generale. Siamo comunque certi che l’attuale platea quasi tre milioni di aventi diritto sarà allargata con la campagna di controllo e verifica dei requisiti.

Ci saranno campagne informative?

Sicuramente ci dovranno essere campagne informative e di sensibilizzazione dei pensionati perché per legge l’Inps  non è obbligato a verificare i requisiti e quindi ad erogare automaticamente la quattordicesima. Sono dunque le persone che si devono attivare. La liquidazione d’ufficio è una iniziativa dell’Inps ma non è obbligato dalla legge a farlo. Se non ha dati e non ti fornisce la quattordicesima non è inadempiente. E il pensionato che non la riceve non può fare ricorso, deve fare solo domanda. A quel punto l’Inps deve fare le verifiche e riconoscere il diritto in base ai titoli. Per questo è importante controllare presso il sindacato se si hanno i requisiti e, se non è stata riconosciuta si può fare domanda attraverso il Patronato . In ogni caso se non si riceve a luglio, ma si verificano e documentano i requisiti allora gli arretrati verranno erogati nei prossimi mesi successivi.

Prima parlavi di un importo medio di 487 euro. Di che pensioni stiamo parlando?

Se quello è il valore medio, l’entità della quattordicesima varia sia per gli scaglioni di reddito che per gli anni di contribuzione. Abbiamo due scaglioni di reddito: il primo quello di una volta e mezza  il minimo , ovvero 722,60 euro al mese. L’altro due volte il minimo, equivalenti a 1030 euro al mese. Per chi sta sotto 1,5 il minimo sono previste tre fasce secondo gli anni di contribuiti:  fino a 15 anni  437 euro , da 15 a 25  anni,  546 euro e oltre i 25  anni:  655 euro. Siamo stati noi a richiedere anche il collegamento ai contributi versati per premiare le contribuzioni più elevate, ovvero chi lavorando per più anni ha versato anche più contribuiti. Questi sono gli importi aumentati dopo l’accordo Governo Sindacati del 2016. In quella occasione si estese anche la platea a chi ha un reddito fino a 2 volte il minimo (appunto 1030 euro al mese), costoro hanno diritto agli importi di 336 euro (fino a 15 anni di contributi), 420 (tra 15 e 25 anni di contributi) e 504 euro ( con più di 25 anni di contributi.L’altra motivazione importante della quattordicesima è relativa alla copertura insufficiente dalla dinamica dell’inflazione, perché l’indice non copre adeguatamente. Nel passaggio dalla lira all’euro si è visto che la dinamica dei prezzi non è uguale per tutti e che sono stati penalizzati in questi anni paradossalmente proprio i redditi più bassi. Ora su questi elementi si dovrà riprendere la trattativa con il governo che è saltata con la pandemia. Noi puntiamo sempre ad allargare la platea degli aventi diritto alla quattordicesima alle pensioni tre volte il minimo, a migliorare il sistema di indicizzazione. Bisognerà valutare i tempi alla luce della situazione economica. Ora siamo anche preoccupati che a qualcuno venga in mente di un possibile intervento al ribasso sulle rivalutazioni di tutte le pensioni. Ricordo che, a legislazione vigente, dal 1 gennaio del 2022 deve entrare in vigore un sistema di rivalutazione per scaglioni di reddito che è migliore di quello in vigore nel 2020/21.

Quindi lasciando per un attimo da parte la quattordicesima, quali saranno le emergenze previdenziali per i prossimi mesi?

Quello che preoccupa è il picco di spesa previdenziale che inevitabilmente crescerà. Ci sarà contestualmente più gente che andrà in pensione e il crollo del Pil rischia di tradursi in un aumento della spesa previdenziale, ovviamente sempre in rapporto al Pil. in questo contesto possono scattare fenomeni particolari come il ritorno ad una sorta di colpevolizzazione dei pensionati e in particolare dei lavoratori pubblici dipendenti, che hanno una costanza di reddito. Un esempio di questa colpevolizzazione l’abbiamo vista nel Reddito di emergenza. La legge ha stabilito che non ne potrà beneficiare chi, pur avendo tutti i requisiti reddituali richiesti, vive in una famiglia dove c’è un pensionato. Un atteggiamento punitivo. Noi non abbiamo posto questi problemi in questo periodo per tenere giustamente un atteggiamento responsabile di fronte alla situazione di emergenza di tutto il Paese. Abbiamo concentrato la nostra attenzione su quanto avveniva nelle residenze per anziani. Ora dovremo ridefinire le priorità perché la pandemia ci ha fatto capire a tutti che ci sono gravi emergenze da affrontare, a partire dalla necessità di un investimento pubblico serio nel settore socio sanitario, che deve essere accompagnato da una la legge nazionale sulla non autosufficienza, un altro elemento che rivendichiamo da tempo. Lo abbiamo visto con la strage di anziani nelle Rsa e nelle tante emergenze sociali e sanitarie che si sono manifestate. Infine va detto che la crisi determinata dall'epidemia incide nel frattempo sui redditi famigliari dei pensionati. Per alcuni anche la spesa fissa delle mascherine può diventare un problema.