Whirlpool ha annunciato l'intenzione di vendere lo stabilimento di Napoli. Una notizia che mette a rischio 430 lavoratori. La multinazionale americana lo ha detto (venerdì 31 maggio), nel corso dell'incontro chiesto da tempo dalle organizzazioni sindacali. "Credo sia una cosa gravissima, anche perché meno di un anno fa è stato fatto un accordo al ministero dello Sviluppo economico che prevedeva investimenti e il mantenimento di tutto siti produttivi. E' una scelta inaccettabile", commenta il segretario generale della Cgil Maurizio Landini: "Serve una risposta immediata, Napoli e il Mezzogiorno hanno già pagato abbastanza. Ed è necessario che il governo intervenga per far cambiare idea alla multinazionale e far rispettare gli accordi". 

Immediato lo sciopero e il blocco delle produzioni in tutti gli stabilimenti del gruppo. "La multinazionale rispetti il piano industriale firmato al ministero", dichiara la segretaria generale della Fiom Cgil Francesca Re David: "Noi non ci stiamo ai licenziamenti per delocalizzazione, dal momento che, tra l'altro, l'azienda usufruisce di tutto il sostegno possibile, attraverso gli ammortizzatori sociali, per la riorganizzazione dopo l’acquisizione di Indesit. Ora basta”. La Fiom evidenzia che "solo a ottobre scorso, con un accordo quadro sottoscritto in sede ministeriale, quindi con l'impegno anche del ministro Di Maio, Whirlpool aveva dato garanzie di investimenti e salvaguardia dell'occupazione in tutti gli impianti", dichiarando "inaccettabile che gli impegni presi vengano disattesi in questo modo, a ogni cambio di management. È necessaria una presa di posizione del governo, co-attore dell'accordo quadro, che oggi viene messo in discussione dall'azienda".

Molto duro anche il segretario generale della Cgil di Napoli, Walter Schiavella. “Il Mezzogiorno non può assistere a questo ennesimo scippo. La decisione di Whirlpool sullo stabilimento è inaccettabile, sia per i lavoratori sia per il sistema produttivo, tanto più perché disattende precisi impegni assunti pochi mesi fa, con un ruolo attivo del governo”, spiega l'esponente sindacale: “Il governo deve farsi garante di quegli impegni a tutela del sito produttivo e dei livelli occupazionali, battendo finalmente un colpo in direzione della definizione di politiche industriali adeguate a garantire il futuro industriale del Mezzogiorno. In questi stessi giorni attendiamo ancora di sapere quale ruolo intenda giocare nella complessa partita della fusione Fca-Renault, soprattutto per quanto riguarda garanzie e certezze per il futuro produttivo e per l’occupazione dello stabilimento di Pomigliano”. In questo quadro, conclude, la vertenza Whirpool "assume un valore emblematico di tale stato di cose. Anche per questo, la Cgil di Napoli tutta sarà sara al fianco dei lavoratori dello stabilimento di via Argine, chiedendo alle istituzioni che facciano fronte comune per impedire questo ennesimo attacco al Mezzogiorno”.

“Whirlpool abbandona Napoli e la Campania per investire al Nord, mettendo a rischio non solo i 420 dipendenti dello stabilimento di via Argine ma l’intero indotto che in Campania, in provincia di Avellino, lavora in esclusiva, facendo triplicare il numero di chi resterà senza lavoro né reddito". Lo affermano in una nota congiunta il segretario generale Cgil Campania Nicola Ricci e il segretario generale Fiom Cgil Campania Massimiliano Guglielmi. Dopo aver ridimensionato il sito di Carinaro rendendolo un polo logistico, con centinaia di lavoratori che già usufruivano degli ammortizzatori sociali e che ora si ritrovano senza lavoro. "Tutto questo dopo - spiegano - che sei mesi fa l’azienda aveva varato un nuovo piano industriale che prevedeva investimenti fino al 2021 e aumento delle ore di lavoro negli stabilimenti di Napoli e Carinaro, dove centinaia di lavoratori ancora non hanno trovato la piena saturazione, contrariamente a quanto previsto dagli accordi del 2015 e che ancora aspettano le ulteriori e nuove reindustrializzazioni previste dalle diverse intese, per poter ritornare a produrre. Ora tutto cambia di nuovo, con l’azienda che lascia la nostra regione per andare a investire 70 milioni di euro al Nord. Siamo di fronte all’ennesimo grave danno per gli apparati industriali in Campania, oltre ad essere preoccupati per il futuro. Il Mise e il ministro Di Maio intervengano in prima persona convocando nuovamente azienda ed organizzazioni sindacali per scongiurare l’ennesima crisi industriale della Campania”. 

Tornando all'annuncio della vendita, va segnalato che i sindacati di categoria si erano già detti "fortemente preoccupati" per la tenuta dell'intesa siglata l'anno scorso. L’accordo quadro Whirlpool del 25 ottobre 2018 prevedeva verifiche sull’applicazione, sia in sede territoriale che nazionale. “A oggi, a livello nazionale e in diversi territori non riceviamo risposte alle nostre richieste di confronto”: così Fiom, Fim e Uilm in un comunicato congiunto diffuso a metà maggio.

“I mancati investimenti in strategie commerciali e la perdita di quote di mercato di Whirlpool stanno determinando forti cali di volumi con conseguenti problemi nell’utilizzo degli ammortizzatori sociali e forti disagi sui lavoratori – proseguivano i sindacati –. Le reindustrializzazioni previste registrano ancora forti ritardi, con pesanti ricadute sui dipendenti; la gestione del piano sociale subisce continui blocchi e ritardi da parte aziendale; sui carichi di lavoro e le relative saturazioni, l’azienda non si confronta con le Rsu procedendo con continue forzature”.

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