Wärtsilä Italia sconfessa se stessa. Se nella notte del 10 gennaio la multinazionale finlandese aveva clamorosamente fatto saltare l’accordo sulla proroga di sei mesi del contratto di solidarietà (scaduto il 31 dicembre scorso) per i lavoratori dello stabilimento di Bagnoli della Rosandra (Trieste), suscitando le ire di sindacati e governo, nel nuovo incontro di mercoledì 17 ha fatto marcia indietro.

“La direzione aziendale, capeggiata dal vicepresidente esecutivo Holm, è ritornata sulla propria posizione e di fatto ha sottoscritto il testo discusso e definito con i sindacati nella notte del 10 gennaio”, spiegano Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil: “Una posizione che sconcerta i lavoratori, ma conferma il comportamento fortemente altalenante rispetto agli impegni presi di Wärtsilä che sta condizionando la realizzazione del progetto di reindustrializzazione del sito triestino”.

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Il ministero delle Imprese, preso atto dell’inversione di rotta, ha confermato le date di lunedì 22 gennaio, venerdì 26 gennaio e venerdì 9 febbraio per gli incontri relativi alla definizione dell’accordo di programma, con la partecipazione di ministero del Lavoro, istituzioni regionali e locali, Wärtsilä e Ansaldo Energia. Un nuovo incontro con i sindacati sarà programmato entro il 28 febbraio.

Il commento dei sindacati

La sottoscrizione della proroga dell’accordo quadro del 29 novembre 2022 e dell’Addendum del 31 luglio 2023 ripristina il vincolo dell’azienda a non aprire alcuna procedura di licenziamento almeno per i prossimi sei mesi. Inoltre vincola le parti a definire le condizioni per ottemperare al più presto l’obiettivo dello stesso accordo, ossia quello di “mantenere la vocazione industriale del sito con produzioni a elevato valore aggiunto, valorizzando l’elevato valore professionale delle maestranze e producendo ricadute positive sul l’intero territorio triestino”.

Fiom, Fim e Uil ora attendono “in tempi brevi l’accordo tra Wärtsilä e Ansaldo Energia circa il trasferimento dell’immobile e delle attrezzature necessarie per la nuova attività produttiva e un confronto con la stessa Ansaldo sul piano industriale e sui tempi di reimpiego dei 300 lavoratori dichiarati in esubero dalla multinazionale finlandese, considerando fin d’ora non accettabile il termine del 2030 per la completa ricollocazione dei lavoratori e della piena ripresa delle attività produttive”.

Il tempo scorre inesorabilmente, evidenziano i sindacati: “A circa 18 mesi dalla scellerata comunicazione dei 451 licenziamenti da parte di Wärtsilä, è necessario avere un piano industriale al più presto”.

Gli accordi sottoscritti da sindacati e Coordinamento delle Rsu nei mesi scorsi “hanno vincolato governo e Regione Friuli Venezia Giulia a trovare una soluzione positiva alla vertenza. Il coinvolgimento di Ansaldo Energia nel progetto di reindustrializzazione del sito di Trieste potrebbe rappresentare una soluzione qualificante. Attendiamo necessariamente di conoscere il piano industriale”.

Fiom, Fim e Uilm, in conclusione, considerano “prioritario costruire le condizioni per dare risposte occupazionali sia ai 300 lavoratori della produzione sia ai 600 lavoratori del Service e delle basi di Genova, Napoli e Taranto. Il piano industriale 2023-2025 illustrato dalla direzione italiana di Wärtsilä manca ancora di impegni finanziari e industriali capaci di sostenere gli obiettivi del piano”.