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Almeno in duemila hanno partecipato la mattina del 16 ottobre, a Monfalcone (Gorizia), al corteo organizzato da Fim, Fiom e Uilm dopo la morte di un operaio in un infortunio sul lavoro avvenuto il 15 sera nello stabilimento della Fincantieri. Ne dà notizia l’Ansa. Il corteo, partito dai cancelli Fincantieri, si è diretto verso il centro cittadino tra striscioni che chiedono misure concrete per la sicurezza sul lavoro.
Negli stabilimenti di Monfalcone di Fincantieri, dove lavorano oltre cinquemila persone (1.800 dipendenti diretti; oltre 3.000 indiretti) è in corso anche uno sciopero di otto ore proclamato dalle segreterie provinciali di Fim, Fiom e Uilm.
La vittima è Mauro Sorgo, operaio di 43 anni di Staranzano (Gorizia), rimasto schiacciato nella tarda serata di ieri da una porta stagna della sala motori della nave da crociera 'Ruby Princess' (116 mila tonnellate di stazza) che l'azienda avrebbe dovuto presentare sabato prossimo all'armatore Cruises Lines. In seguito all'incidente, la Fincantieri ha annullato la cerimonia alla quale sabato avrebbe dovuto partecipare il presidente del Senato Renato Schifani.
“Ancora una volta, al di là delle dichiarazioni, degli impegni, dei programmi, si muore di lavoro. Nello stabilimento di Fincantieri a Monfalcone è morto, vittima di un incidente terribile, un operaio di 43 anni, ai suoi familiari e ai suoi compagni di lavoro va tutta la solidarietà e il dolore della Fiom”. A dirlo è Giorgio Cremaschi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile per la Salute e sicurezza: “Tutti gli stabilimenti della Fincantieri sono in sciopero per protestare contro l’ennesimo morto sul lavoro. A Monfalcone lo stabilimento è fermo e i lavoratori sono scesi in corteo per la città. La Fiom sostiene tutte le mobilitazioni in corso, mentre assieme a Fim e Uilm ha proclamato due ore di sciopero in tutto il gruppo per la giornata di venerdì 17 ottobre”.
La Fiom si costituirà parte civile contro Fincantieri per chiedere che siano accertate e punite severamente tutte le responsabilità: “E’, infatti, evidente che siamo di fronte a un sistema lavorativo che, al di là degli impegni formali, non prevede o trascura la sicurezza”. Continua Cremaschi: “Negli ultimi giorni, nell’industria metalmeccanica, c’è stata una tragica ripresa degli infortuni mortali. E’ il segno questo che tutte le dichiarazioni ottimistiche, ultima quella dell’Inail, che sono state fatte in questi giorni sono sbagliate e fuorvianti, in quanto fanno abbassare la guardia rispetto ad una situazione che resta invece di gravità eccezionale. Non ha senso misurare in termini statistici il calo di qualche unità nei morti sul lavoro quando il rischio complessivo sulla sicurezza resta altissimo”.