Una prima battaglia è stata vinta: i lavoratori dello stabilimento Blutec di Termini Imerese (Palermo) avranno garantita la cassa integrazione fino a giugno. Per ottenerla hanno manifestato più volte, occupato la sede del Comune, protestato sotto la sede del dicastero dello Sviluppo economico a Roma, costruito una “coalizione sociale” con amministratori locali e Regione Sicilia. Alla fine, il risultato è arrivato: martedì 26 febbraio il Senato ha approvato un emendamento al cosiddetto “decretone” su reddito di cittadinanza e quota 100, che permetterà al ministero del Lavoro di autorizzare l'Inps ad anticipare sei mensilità di cassa integrazione straordinaria per le imprese con oltre 500 dipendenti nelle aree di crisi complessa. Tra queste imprese, appunto, c’è la Blutec.

I lavoratori (564 diretti e 300 dell’indotto) erano scoperti da due mesi dopo la scadenza della prima tornata di cassa, il 31 dicembre scorso: per ora, dunque, il sostegno al reddito fino a giugno è assicurato. Un risultato salutato con soddisfazione da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil, che tanto si sono battuti per realizzarlo. Ma ora c’è una seconda battaglia da vincere, ed è quella per il lavoro. Il futuro degli 864 addetti della Blutec, infatti, è ancora tutto da decifrare. Adesso servono il progetto industriale, il rilancio dell’area, quella prospettiva di sviluppo che è mancata in tutti questi anni. Tutti temi che sono oggi (martedì 5 marzo) al centro dell’incontro che si tiene a Roma, presso la sede del ministero dello Sviluppo economico.

L’annuncio dell’emendamento è stato fatto dal vicepremier Luigi Di Maio nel corso del vertice con i sindacati di sabato 23 febbraio scorso. “È positivo che il ministro sia venuto incontro alle esigenze dei lavoratori, annunciando lo sblocco della cassa integrazione”, hanno commentato Michele De Palma (segretario nazionale Fiom Cgil e responsabile automotive) e Roberto Mastrosimone (segretario generale Fiom Cgil Sicilia). I due esponenti sindacali hanno chiesto al governo “di perseguire l'obiettivo di dare attuazione agli accordi sottoscritti al ministero dello Sviluppo economico, a partire dalle responsabilità della Blutec. L'azienda deve garantire gli investimenti e la realizzazione del piano industriale e occupazionale per tutti gli 800 lavoratori tra diretti e indotto. È indispensabile che sull'area industriale di Termini Imerese possano investire nuove realtà industriali”. De Palma e Mastrosimone, in conclusione, hanno affermato di ritenere “necessario che la responsabilità di Fca, richiamata dal ministro, trovi un tavolo di confronto in una situazione complessiva dell'automotive attraversata da una fase di crisi, ma anche da opportunità legate al rilancio della produzione di auto ecologiche”.

La vertenza Blutec si trascina ormai da sette anni, ossia da quando l’allora Fiat (oggi Fca) decide di chiudere lo stabilimento. Dopo due anni di diversi progetti, tutti falliti, nel 2014 l’impianto viene rilevato dalla Blutec, la newco del gruppo piemontese Metec Stola di componentistica auto, con cui vengono firmati accordi per la reindustrializzazione e la rioccupazione di tutti i lavoratori. Il piano industriale prevede l’assemblaggio e la produzione di macchine elettriche Lsev e l'avvio della produzione del Doblò elettrico e ibrido (che dovrebbe iniziare a fine marzo), ma finora si è passati di rinvio in rinvio. Anche sul piano occupazionale, a fronte dell’impegno del totale riassorbimento di tutti gli occupati, finora sono stati soltanto 135 i lavoratori rientrati in fabbrica.