Il ricorso al TAR presentato dalle agenzie per il lavoro Adecco e Randstad contro la proroga tecnica dei contratti del personale somministrato al ministero dell’Interno rischia di bloccare un servizio pubblico essenziale: quello degli Uffici Immigrazione. A denunciarlo sono i sindacati FeLSA CISL, NIdiL CGIL e UILTemp, che annunciano una mobilitazione nazionale lunedì 23 giugno, con presidi a Milano e Napoli, davanti alle sedi delle due agenzie.

L'appalto dei servizi amministrativi legati al rilascio e al rinnovo dei permessi di soggiorno è iniziato nel 2021, con Manpower e GiGroup, in cinque anni due gare e un totale di otto proroghe, la metà di mese in mese, otto mobilitazioni “al cardiopalma” con rinnovi dell’ultimo minuto e uno stop in mezzo di 14 mesi.

Questa volta il ministero, anche se in ritardo con la pubblicazione della nuova gara che dovrebbe coprire tutto il 2026, aveva previsto per tempo una proroga tecnica che avrebbe garantito la continuità occupazionale e la regolare erogazione dei servizi essenziali, ma le Agenzie si sono messe di traverso bloccando la procedura con un ricorso al TAR Lazio.

Oltre mille lavoratori e lavoratrici, in servizio da anni presso Prefetture e Questure per le pratiche di rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno, rischiano di perdere il posto. I contratti scadono il 30 giugno, ma la nuova gara non è ancora stata pubblicata dal Ministero. Una proroga tecnica avrebbe garantito continuità lavorativa e del servizio, ma è stata appunto impugnata al TAR Lazio, che si esprimerà solo il 24 giugno.

Nessun rispetto né per i lavoratori né per il servizio pubblico – dichiarano le sigle sindacali –. Difendiamo lavoratori invisibili che da cinque anni mandano avanti un pezzo di Stato. Chiediamo il ritiro immediato del ricorso, il rinnovo dei contratti e l’avvio di un percorso di internalizzazione.”

Il blocco metterebbe a rischio anche il sistema di regolarizzazione dei migranti, con ripercussioni dirette sulle libertà civili e la sicurezza pubblica. Le organizzazioni sindacali ribadiscono: “Il lavoro pubblico non si svende, si protegge”.