Un’intesa importante, che aspettava da 4 anni. Riguarda il rinnovo dei contratti nazionali del terziario, distribuzione e servizi applicati alla più vasta platea di lavoratrici e lavoratori del settore privato in Italia, con oltre 3 milioni di addetti impiegati nelle attività commerciali e nelle imprese di servizi.

Le ipotesi di accordo sono state sottoscritte nella prima mattinata di oggi a Roma, al termine di una trattativa non stop tra i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs e le associazioni imprenditoriali di settore Confcommercio e Confesercenti. I contratti avranno vigenza triennale, con decorrenza dal 1° aprile 2024 al 31 marzo 2027.

“Finalmente un risultato importante, raggiunto dopo la mobilitazione e lo sciopero della categoria dello scorso dicembre”. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, commenta l’intesa.

“L’intesa, che interessa oltre 3 milioni di lavoratrici e lavoratori - sottolinea il leader della Cgil - prevede un significativo aumento salariale e sarà ora sottoposto per la sua approvazione definitiva al voto delle lavoratrici e dei lavoratori”.

“Dopo questo importante accordo economico e normativo - conclude Landini - è adesso necessario chiudere tutti gli altri contratti del settore ancora in attesa del rinnovo”.

Nel merito gli accordi prevedono un aumento contrattuale a regime di 240 euro al quarto livello, da riparametrare, con l’erogazione di una massa salariale di 7.180 euro comprensiva dell’una tantum di 350 euro, una ulteriore erogazione rispetto a quella già avvenuta lo scorso anno. La prima tranche di 70 euro sarà erogata da aprile 2024 e si aggiunge ai 30 euro precedentemente concordati.

Previsto anche l’incremento dell’indennità annua della clausola elastica del part time, che passa da 120 euro annui a 155.

“Il confronto tra le sigle sindacali e le parti datoriali – ricorda la Filcams in una nota – è ripreso negli ultimi mesi dopo la vasta mobilitazione organizzata da Filcams, Fisascat e Uiltucs, culminata nello sciopero nazionale del 22 dicembre scorso, con migliaia di addetti del settore che si sono astenuti dal lavoro partecipando alle manifestazioni organizzate in cinque differenti città: Cagliari, Milano, Napoli, Palermo e Roma”. Una mobilitazione che “ha aperto una breccia al tavolo di una trattativa da troppo tempo in stallo – osserva sempre il sindacato -, dopo la sottoscrizione dell’accordo ponte siglato nel dicembre 2022, e ha permesso di raggiungere un’intesa che migliora le condizioni di lavoro e i trattamenti retributivi”.

Sulla parte normativa è stata ridefinita la sfera di applicazione e aggiornata la classificazione in ragione dei nuovi profili professionali di settore. Sono stati inoltre definiti miglioramenti sulle politiche di genere e sono previsti ulteriori congedi per le donne vittime di violenza.

Il testo ora sarà sottoposto al vaglio delle lavoratrici e dei lavoratori.