“Una donna che lavora deve fare i conti con i sensi di colpa”. Tania ha due bambini e nella vita fa l’infermiera. Gli occhi lucidi mentre racconta delle sue assenze prolungate da casa, soprattutto durante il periodo del Covid. Ma quando parla del suo lavoro traspare tutto il senso di una vocazione. Anzi, di un servizio, come lo definisce lei: dare una risposta. Entra nel sistema sanitario nazionale da precaria e grazie al sindacato trova la forza di non mollare. Oggi il suo presente lavorativo è più stabile, ma pensa a tutti i colleghi che ancora sono precari e si batte in prima persona per loro.