Dopo quasi un anno e mezzo di trattativa, decine di incontri, una piattaforma su cui discutere, si è fermato tutto. Il confronto tra i sindacati degli atipici Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp e l’associazione di categoria delle agenzie Assolavoro, sul rinnovo del contratto collettivo della somministrazione si è bloccato.

Motivi pretestuosi 

Le motivazioni? Quelle addotte dall’associazione datoriale sono pretestuose, spiegano i sindacati in una nota, e “nascondono la mancanza di volontà di trovare per via negoziale soluzioni ai problemi che riscontrano i lavoratori impiegati ogni giorno dalle agenzie in tutti i settori”. Per esempio, un riconoscimento economico modulato tenendo conto dell’anzianità di settore, in modo da ridistribuire il valore generato da chi è impiegato all’interno di un comparto in fortissima crescita da anni.

520 mila lavoratori 

Qualche numero che dà l’idea: nel 2022 i lavoratori che hanno avuto un contratto di somministrazione anche per un solo giorno sono 12 milioni, mentre in media ogni mese sono 520 mila, di cui 130 mila a tempo indeterminato. Nel 2018 erano 350 mila, di questi 20 mila a tempo indeterminato. Un’esplosione che ha riguardato tutti i settori, in particolare quelli a basso valore aggiunto che impiega manodopera poco specializzata a cui non interessa tenere le persone già formate, perché possono sostituirle”.

Cercando la continuità

Tra le richieste, più certezze sulla sicurezza, nella prevenzione degli infortuni e sulla continuità occupazionale. “Quest’ultimo è un aspetto molto importante – spiega Davide Franceschin, segretario nazionale Nidil -. Anche se con il decreto lavoro il governo ha liberalizzato ulteriormente la somministrazione, proviamo a limitare il turn over dei contratti a termine, con l’obbligo in capo all’agenzia di segnalarci se ci sono sostituzioni nelle stesse posizioni. Inoltre, vogliamo iniziare a discutere della stabilizzazione delle persone, anche di quelle che sono assunte a tempo indeterminato dalle agenzie. Un caso eclatante è quello che accade in Amazon, dove c’è una sostituzione continua, anche di migliaia di lavoratori, nell’arco di un anno”.

Un’indennità più dignitosa

Per i sindacati è inoltre necessario migliorare le regole del Mog, il monte ore garantito e in caso di perdita della missione, aumentare le indennità di disponibilità. Gli assunti dall’agenzia a tempo indeterminato prendono infatti 800 euro il primo mese, poi mille euro per sei, sette o otto mesi a seconda dell’età, durante i quali devono fare formazione. “Crediamo che questa cifra debba essere equiparata alla Naspi, non è giusto che chi prendeva 1.500 euro di stipendio passi improvvisamente a 800 – dichiara Franceschin -. La Naspi ha un massimale di 1.200 euro a cui va aggiunto il 30 per cento della differenza. Dunque dovrebbe esserci una relazione tra l’indennità e lo stipendio”.

La parità che non c’è

Altra questione davvero spinosa: la parità di trattamento dei somministrati con i dipendenti diretti dell’azienda. “Si tratta di una regola che per quanto prevista dal contratto, viene ignorata – prosegue il sindacalista del Nidil -. Spesso il lavoratore fa causa per vedersi riconoscere ciò che gli spetta per legge. Noi crediamo invece che debba essere l’agenzia a livello territoriale a farsi carico del problema: se al lavoratore non vengono corrisposti premi e ticket, spetta all’agenzia, che intrattiene il rapporto commerciale con l’azienda utilizzatrice, corrispondere il dovuto”.

Prospettive e carriera

Poi ci sono le prospettive occupazionali e la gestione delle carriere lavorative: per i sindacati è fondamentale migliorare la qualità della formazione e del placement che offre il sistema bilaterale, dare piena attuazione alle norme su preavviso, proroga e clausola sociale, garantire le attuali prestazioni del fondo di solidarietà, migliorare e aumentare le prestazioni dell’ente bilaterale Ebitemp, rafforzare i confronti a livello territoriale.

Nidil, Felsa e Uiltemp ritengono che vada immediatamente ripresa la trattativa per il rinnovo del contratto. “Contestualmente – concludono i sindacati – avvieremo un percorso di partecipazione, informazione e confronto nei luoghi di lavoro, per raggiungere gli obiettivi posti in piattaforma e dare risposte alle esigenze di migliaia di persone”.

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