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Confindustria Energia e i sindacati di settore Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil hanno sottoscritto il 21 luglio l'ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro del settore Energia e Petrolio per il triennio 2022-2024. Sul fronte economico, l'ipotesi di accordo riconosce ai lavoratori per il triennio, a fronte dei dati Ipca rilasciati dall'Istat, un aumento sui minimi di euro 215. L'aumento sarà riconosciuto ai lavoratori in tre tranche a partire dal 1 luglio 2022. Il testo, che interessa più di 40 mila lavoratori, era scaduto il 31 dicembre 2021.
“Di fronte a scenari di complessa e articolata trasformazione sociale e strutturale, dove l’Europa ci chiede di avanzare velocemente nella transizione ecologica ed energetica, questo contratto risponde in maniera efficiente alle esigenze di un settore, quello energetico, nevralgico per questo Paese”, hanno dichiarato i segretari generale di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, rispettivamente Marco Falcinelli, Nora Garofalo, Paolo Pirani. “In un momento di generale incertezza dovuta alla crisi di Governo, le parti hanno assunto la responsabilità di dare risposte ai lavoratori, in un settore strategico per la vita del Paese”, hanno aggiunto.
L’aumento complessivo (Tec) sarà di 235 euro nel triennio. “L’intesa, infatti, prevede un aumento medio sui minimi (Tem) di 215 euro (categoria 4.3) diviso in 3 tranche, così ripartite: 60 euro da luglio 2022; 65 euro da luglio 2023; 90 euro da giugno 2024”, spiega una nota delle sigle sindacali: “Il valore economico del rinnovo è di 235 euro (pari al 9 per cento dell’inflazione), di cui 215 sui minimi a cui si sommano ulteriori 20 euro mensili che vengono consolidati sugli stessi minimi in alternativa al trasferimento sull’Edr per effetto del meccanismo di verifica degli scostamenti inflativi. Il montante complessivo calcolato sui 215 euro è pari a 4.275 euro. I 20 euro consolidati sui minimi sviluppano retribuzione per ulteriori 700 euro. Infine, 6 euro saranno aggiunti all’Edr, che passerà da 25 a 31 euro”.
Per quanto riguarda la parte normativa, “particolarmente significativi sono il rafforzamento, l’innovazione e la ripartenza del sistema di valutazione dell’apporto individuale (Crea), che concorre ad aumentare il salario contrattuale”, si legge nella nota delle sigle sindacali.
Per quanto riguarda il tema della salute e sicurezza, la novità, rilevano Filctem, Femca e Uiltec, “è rappresentata dal consolidamento della figura del rappresentante alla sicurezza di sito. La sperimentazione in alcuni siti pilota realizzata nel vecchio contratto ha segnato un passo avanti nella ‘Cultura della sicurezza’, confermando questa buona pratica a livello contrattuale nazionale”.
“La formazione, sia individuale che collettiva – proseguono -, avrà nel prossimo triennio un incremento di ore finalizzate allo sviluppo, da una parte della crescita professionale e del potenziamento della job position (upskilling) e dall’altra dell’acquisizione di nuove competenze per la reimpiegabilità (reskilling). Quest’ultima è fondamentale in vista dei nuovi processi produttivi che questo settore sarà chiamato ad affrontare per realizzare la transizione energetica ed ecologica. In tal senso si costituirà anche il libretto delle competenze che certificherà la formazione, e sarà rafforzato l’organismo bilaterale che sovrintende i processi formativi”. Infine è previsto il miglioramento del meccanismo di maturazione delle ferie per i dipendenti con anzianità di servizio pari a 7 anni. L’intesa sarà ora presentata ai lavoratori che dovranno approvarla nelle assemblee.
"L'intesa sottoscritta ieri notte sul rinnovo del contratto nazionale di lavoro dell'energia e petrolio assicura agli addetti del settore una risposta dal punto di vista economico e normativo che consolida e rafforza il modello della bilateralità, elemento questo importante nei processi di governo di questo comparto industriale, soprattutto, guardando alle nuove sfide della transizione energetica". Questo il commento di Marco Falcinelli e Antonio Pepe, segretario generale e segretario nazionale della Filctem.
"Allo stesso tempo - proseguono - la risposta economica del rinnovo da sola, non è sufficiente a garantire l'erosione del potere di acquisto dei salari rispetto alla crescita esponenziale dei costi energetici. Bisogna accompagnare i rinnovi contrattuali con politiche fiscali atte a sostenere la crescita dei salari per dare impulso alla crescita economica del Paese". Dunque, "ancora una volta la solidità delle relazioni industriali che contraddistingue questo settore ha dato un impulso sostanziale nel rinnovo di questo contratto confermando la capacità della nostra organizzazione di individuare i giusti percorsi per raggiungere i risultati migliori per i lavoratori, rinnovando e innovando", concludono Falcinelli e Pepe.