Riparte la mobilitazione dei lavoratori della sanità privata per sollecitare il rinnovo del contratto nazionale, scaduto da ben 12 anni. A muoversi ora sono i dipendenti del Lazio, con un flash mob (qui le foto) e un volantinaggio che si tiene oggi (mercoledì 13 marzo) a Roma, alle ore 11.30 presso l'ospedale Fatebenefratelli (nell'Isola Tiberina). "I 25 mila lavoratori della sanità privata accreditata del Lazio - affermano i segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl di Roma e Lazio (Natale Di Cola, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini) tornano ad alzare la voce, infiammati dopo l’ennesima presa in giro delle parti datoriali, Aris e Aiop, che hanno ancora negato la parte di risorse necessaria a un dignitoso quanto irrinunciabile rinnovo del contratto, portando alla rottura del tavolo di trattativa nazionale".

I sindacati hanno organizzato "un serratissimo calendario di iniziative nei posti di lavoro: volantinaggi, bandiere e striscioni che renderanno evidente a tutti le ragioni della protesta". Le iniziative per ora sono programmate fino al 25 marzo e "interesseranno le tante strutture private di Roma e del Lazio, vedendoci in presidio sotto le sedi Aris e Aiop il 19 e il 22 marzo prossimi”. Di Cola, Chierchia e Bernardini affermano che "tutti i cittadini, chiunque di noi fruisce di servizi pubblici alla salute, senza distinguere se le proprietà sono pubbliche o private, devono conoscere le disparità e le condizioni di lavoro di chi, a differenza dei lavoratori delle aziende pubbliche, non ha ancora ottenuto il rinnovo del contratto. È una vergogna: da sempre chiediamo che le parti datoriali facciano la loro parte, come da sempre abbiamo interessato la politica regionale a sostenere in Conferenza Stato-Regioni tutte le azioni necessarie per portare a termine le trattative. Non basta aver ottenuto piccoli anche se importanti progressi a livello regionale, in termini di regole sui contratti applicati e disciplina delle Rsa, se le proprietà continuano a proporre un rinnovo a zero euro”.

Per i sindacati occorre "uscire dalla logica secondo cui il pubblico debba solamente sostenere i costi, mentre i profitti restano in capo alle strutture private. Chi contribuisce a erogare servizi universali - con finanziamenti pubblici - deve riversare nella filiera, a partire dal lavoro, una parte del suo guadagno. E sostenere con responsabilità un avanzamento di tutele e riconoscimento professionale per chi lavora per loro. Spesso, ancora oggi, con contratti pirata, precariato e condizioni di lavoro massacranti. Se continueranno a mancare sbocchi positivi alla vertenza, arriveremo anche a un nuovo sciopero. Questa è e deve essere una battaglia di tutti: delle lavoratrici e dei lavoratori, ma anche di tutti i cittadini, che ogni giorno entrano in queste strutture per tutte le prestazioni sanitarie di cui hanno bisogno".

(aggiornamento ore 14.46)