Una settimana in sciopero: le lavoratrici e i lavoratori in appalto che svolgono le pulizie degli uffici di Poste Italiane in tutta la provincia di Perugia si fermano per chiedere il “rispetto dei contratti e della legalità” e soprattutto il “riconoscimento della propria dignità”. Lo fanno per un’intera settimana, da oggi, lunedì 26 febbraio, fino al 2 marzo, perché “la situazione è ormai insostenibile”, come ha spiegato stamattina nel corso di una conferenza stampa, Marta Melelli, segretaria della Filcams Cgil di Perugia, il sindacato che sta accompagnando le lavoratrici nella vertenza. “Parliamo soprattutto di donne, che hanno un monte orario già molto ridotto, le più fortunate arrivano a fare 16 ore alla settimana – ha spiegato Melelli –. Questo si traduce in buste paga, misere, da 300-400 euro al mese. E ora la ditta Miorelli, che gestisce il servizio in appalto per Poste, ha addirittura tagliato in maniera unilaterale e illegittima i tempi di lavoro”.

“Se prima per pulire un ufficio avevamo 2 ore, ora dobbiamo farlo nella metà del tempo, ma le metrature sono le stesse – hanno raccontato le lavoratrici intervenute alla conferenza stampa –. In più ci hanno tagliato drasticamente i rimborsi chilometrici per gli spostamenti da un ufficio all’altro. Ma con la benzina a 2 euro e il costo della vita che è cresciuto a dismisura, come dovremmo riuscire a tirare avanti?”.

A tutto questo, denuncia ancora il sindacato, si aggiungono un uso improprio di permessi e ferie, ordini di servizio non contrattualizzati, ore supplementari e tragitti non pagati, diritti e limitazioni di legge non rispettati. Non a caso ci sono anche tre vertenze individuali aperte e seguite dall'ufficio preposto della Cgil di Perugia, come ha spiegato Eros Cozzari, responsabile del servizio.

Insomma, il quadro è davvero desolante per lavoratrici che svolgono un servizio fondamentale, a tutela dell’igiene e della salute dell’utenza. “Eppure, mentre la ditta Miorelli accampa le scuse più varie per le decurtazioni e i tagli effettuati – ha concluso Melelli –, Poste Italiane, che come committente ha chiaramente una grande responsabilità, continua a restare in silenzio e non risponde alle nostre sollecitazioni. Anche per questo siamo dovute arrivare al lungo sciopero che inizia oggi, nella speranza che finalmente la situazione si sblocchi e queste lavoratrici possano uscire dall’ombra nella quale sono confinate”.