Tornano i licenziamenti. E tornano anche quelli 'a orologeria'. Un'azienda di Segrate ha infatti mandato a casa un dipendente invalido al 100%. Alessandro Cambarau, per anni addetto alle macchine a controllo numerico e poi in portineria, ha progressivamente perso la vista a causa di una malattia. E ora, a 51 anni e da ipovedente, ha perso anche una delle cose più importanti della sua vita: il lavoro. Primo e unico esubero dell'azienda.

“Siamo di fronte a una ingiustizia clamorosa – commenta Marco Mandrini, segretario della Fiom Cgil di Milano – oltre che ad una assenza di sensibilità che sconcerta. Per questo con il lavoratore e il nostro ufficio legale, abbiamo deciso di impugnare il licenziamento”.

La FLSmidth Maag Gear produce riduttori per impieghi gravosi di alta qualità, sistemi di trasmissione e componenti di ingranaggi per l'industria del cemento, dei minerali e di altri settori. Nel sito lombardo di Segrate (Milano), la multinazionale danese ha circa 40 dipendenti ma ora ha scelto di liberarsi di uno. Perché ha deciso che non è più utile ai suoi profitti e, di conseguenza, tanti saluti. D'altronde, questa storia dura dal 2011.

L'operaio era entrato alla FLSmidth Maag Gear quattro anni prima come programmatore di macchine a controllo numerico. Le sofferenze di Cambarau sono iniziate dieci anni fa, quando si era verificato il distacco della seconda retina. Dopo una lunga serie di interventi chirurgici, l'azienda aveva scelto di demansionarlo al ruolo di portinaio.

“Con la pandemia – riprende il segretario della Fiom Cgil di Milano – è subentrata la cassa integrazione, ma dal 1° luglio il dipendente sarebbe dovuto tornare a lavoro.  La sera del 30 giugno è invece arrivata una chiamata che lo invitava a rimanere a casa. È una scelta vergognosa e stupida, che l'azienda ha giustifica con la parola 'riorganizzazione'. Qui, di riorganizzativo, c'è ben poco però”.

Il gruppo dirigente aziendale ha inviato alla Direzione territoriale del lavoro (dtl) e per conoscenza al lavoratore, che fa parte di una categoria protetta, una comunicazione preventiva. Nel testo, viene espressa l’intenzione di procedere al licenziamento di tipo economico “in conseguenza della necessaria riorganizzazione del lavoro in atto, che non giustifica più il mantenimento del posto di lavoro, e della impossibilità di adibire il lavoratore a mansioni diverse”.

Il dipendente ha avvisato la Fiom e il sindacato si è attivato immediatamente. “Mercoledì 7 luglio abbiamo organizzato un incontro tra Cambarau e i nostri legali per cercare d'impugnare il licenziamento”, conclude Mandrini: “Non vogliamo lasciar passare tempo prezioso. Il desiderio di Alessandro, e anche il nostro, è ovviamente il reintegro. Ci sono degli equilibri da rispettare e l'azienda deve considerare le particolari necessità di questo lavoratore. Non ci si libera così di una persona”.