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“Siamo orgogliosi di rappresentare donne e uomini che hanno lavorato una vita e che trovano ancora tempo per manifestare”. Così Tania Scacchetti, segretaria generale dello Spi Cgil, risponde con fermezza alle parole del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che durante la festa per i tre anni del governo Meloni ha liquidato la partecipazione dei pensionati alle mobilitazioni sindacali con una battuta sprezzante: “La Cgil? È il primo sindacato per numero di pensionati, hanno tanto tempo per manifestare”.
Un attacco che rientra, secondo Scacchetti, in una precisa strategia politica: quella di denigrare e delegittimare chi protesta, anziché ascoltarne le ragioni. “Di motivi per scendere in piazza ne hanno tantissimi – sottolinea la leader dello Spi – sono quelli che hanno pensioni basse, che pagano più tasse, che tengono in piedi le famiglie di figli e nipoti precari, che subiscono più di altri i tagli alla sanità. Il ministro Lollobrigida e il governo di cui fa parte avrebbero la responsabilità di dare loro risposte. Poiché non lo fanno, preferiscono insinuare, offendere e denigrare. Nessuna sorpresa: tutto in linea con la loro storia e le loro radici”.
Le parole di Scacchetti riportano il dibattito sul terreno reale, quello della condizione di milioni di pensionate e pensionati italiani, travolti dal caro vita, da un sistema fiscale ingiusto e da una sanità pubblica sempre più fragile. Mentre dal governo arrivano soltanto slogan, tagli e provocazioni, c’è chi, dopo una vita di lavoro, continua a battersi per un Paese più giusto.
Non è la prima volta che esponenti dell’esecutivo attaccano la Cgil e il suo segretario generale Maurizio Landini. Da mesi, come rivelano fonti giornalistiche, un intero apparato comunicativo lavora per screditare il sindacato, fino a confezionare dossier contro le sue analisi economiche. L’ultimo, preparato dall’ufficio studi di Fratelli d’Italia, contesta le critiche di Landini al cosiddetto “fiscal drag”, cioè l’aumento reale delle tasse dovuto all’inflazione: un tema che tocca proprio i redditi fissi, tra cui pensionati e lavoratori dipendenti.
In questo contesto, la battuta del ministro Lollobrigida suona come il sintomo di un fastidio politico profondo: quello verso chi non accetta di stare in silenzio. Ma lo Spi non intende arretrare. Rivendica il diritto, e la dignità, di continuare a manifestare, perché chi ha costruito il Paese non smette di volergli bene, né di lottare per un futuro migliore. “Orgogliosi di rappresentare chi non si rassegna”, conclude Scacchetti.


























