Il Tribunale di Firenze, con la decisione adottata il 24 novembre, ha dichiarato inefficaci i licenziamenti effettuati da Deliveroo e ha imposto alla società di avviare immediatamente ‘le procedure di consultazione e confronto previste dall’articolo 6 del contratto nazionale del terziario, distribuzione e servizi nonché le procedure di informazione e consultazione previste per i licenziamenti collettivi.

Inoltre, l’azienda è stata condannata a non dare ulteriore attuazione al Ccnl Ugl Rider, "permettendo così a tutti i rider di Firenze di reclamare finalmente l’applicazione piena delle condizioni economiche e normative previste dalla contrattazione collettiva agita da organizzazioni rappresentative”. Lo rende noto la Cgil nazionale.

Secondo il Tribunale Deliveroo ha anticipatamente cessato, senza confrontarsi con il sindacato, i rapporti di lavoro dei rider per imporre un contratto collettivo sottoscritto da una organizzazione che agiva con una particolare ‘vicinanza’ ‘alle posizioni datoriali’.

“È la prima volta in Europa - sottolinea la confederazione - che un Tribunale riconosce, grazie all’impegno della Cgil, che i rider rientrano nella categoria dei ‘worker’ ai quali l’Ue riconosce pieni diritti sindacali e assicura una tutela del posto di lavoro in caso di licenziamenti collettivi”.

Per il sindacato di corso d’Italia “è una sentenza che segna un punto fondamentale nella lotta per i diritti dei rider e sancisce il diritto della Cgil a negoziare, riconoscendo a Nidil, Filcams e Filt, la rappresentatività effettiva per tutelare i diritti dei lavoratori dell’economia digitale. La decisione rappresenta il riconoscimento della fondatezza delle iniziative portate avanti da sempre dalla Cgil e apre la strada ad una tutela piena ed efficace delle condizioni di lavoro per questi lavoratori”.

Deliveroo, insieme alle altre multinazionali di Asso Delivery, "con cui da tempo è aperto un tavolo di confronto che però non ha prodotto avanzamenti sul piano del trattamento dei lavoratori, dovrà ora confrontarsi”, conclude la Cgil.

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