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“Il piano ricercatori annunciato dalla ministra Bernini è striminzito, tardivo e parziale”. A dirlo è la segretaria generale Flc Cgil Gianna Fracassi, commentando l’iniziativa della ministra dell'Università Anna Maria Bernini.
“Dopo mesi di mobilitazioni – spiega – ci aspettavamo un intervento vero, soprattutto in vista della scadenza dei contratti di oltre 35 mila precari negli atenei e negli enti di ricerca, di cui 7.200 ricercatori a tempo determinato di tipo A ancora in ruolo, che si aggiungono agli oltre 2 mila già scaduti nell'ultimo anno. Di questi lavoratori precari, oltre 10 mila sono stati finanziati dal Pnrr”.
Fracassi evidenzia che il “provvedimento, di fatto finanziato con le risorse del blocco del turn over deciso lo scorso anno, è gravemente insufficiente, non ripara ai tagli e non risponde all'emergenza dei precari. Un piano che vale complessivamente 1.900 posizioni, peraltro da cofinanziare per oltre la metà delle risorse”.
Per quanto concerne l'università, le risorse previste “coprono appena 1.600 posti, che arriveranno quando gran parte dei contratti sarà già scaduta”. Per gli enti pubblici di ricerca, invece, si parla “di 240 posizioni, meno di quanto ottenuto lo scorso anno per il solo Cnr per l'intervento delle opposizioni”.
La segretaria generale Flc Cgil sottolinea che “siamo di fronte a un intervento che non stabilizza i posti di lavoro, non amplia gli organici e non dà risposte a migliaia di ricercatrici e ricercatori che hanno garantito il successo del Pnrr e il funzionamento quotidiano di università ed enti”.
Gianna Fracassi così conclude: “La nostra è una reazione di delusione, ma anche di determinazione: la mobilitazione continua. Serve un vero piano straordinario, con nuovi organici, stabilizzazioni reali e investimenti adeguati al futuro della ricerca pubblica nel Paese”.






















