Anche in sanità sono pronti nuovi tagli. Come riportato da La Stampa, nella manovra economica del governo che si sta definendo in questo periodo non ci saranno i quattro miliardi richiesti dal ministro della Salute Orazio Schillaci. E dunque, senza l'arrivo di risorse, il dicastero sarà costretto a usare le forbici: all'insegna della cosiddetta "razionalizzazione", a pagare il conto saranno farmaci, esami diagnostici e posti letto.

La sanità, secondo i numeri della testata, ha già subito 37 miliardi di euro di tagli nell'arco di dieci anni. Sui 130 miliardi complessivo del Fondo sanitario nazionale, inoltre, ben 15 miliardi di euro sono stati erosi dall'inflazione.

Da parte sua, il titolare del dicastero ha già fatto sapere che il 20% degli accertamenti diagnostici disposti a carico del servizio sanitario nazionale sarebbero "inutili", nel senso che verrebbero prescritti troppo facilmente, così come si prescrivono troppi farmaci e antibiotici. Questo uno degli ambiti in cui il ministero intende calare la scure.

A questo va aggiunta la situazione concreta degli ospedali. Mentre tantissimi istituti lanciano continui allarmi sull'emorragia di posti letto, il dicastero della Sanità va in direzione contraria: secondo le verifiche dei tecnici, infatti, in alcuni reparti solo il 30% dei posti letto sarebbero utilizzati. Anche su questo, nelle intenzioni dell'esecutivo, bisogna intervenire.

La Cgil ha già lanciato la grande manifestazione nazionale del 7 ottobre a Roma, dal titolo "La Via Maestra". Tra i motivi della mobilitazione c'è proprio la manovra finanziaria del governo Meloni. Una legge che nasce sotto i peggiori auspici, e che quindi è necessario cambiare in favore dei lavoratori, per introdurre più equità e giustizia sociale.

Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha chiesto al governo di aprire una trattativa vera dopo tanti tavoli finti. In una recente intervista, infatti, il leader di Corso d'Italia ha ricordato i punti su cui occorre avviare in negoziato: bisogna "convocare le parti sociali e aprire una trattativa vera dopo tanti tavoli finti sul rinnovo dei contratti, la crescita di salari e pensioni, una legge sulla rappresentanza e il salario minimo".

Il nodo politico, poi, starà tutto nella manovra dell'esecutivo. Per Landini "la manovra sarà il banco di prova di questo governo dopo tante chiacchiere. Le risorse si trovano dove ci sono: evasione ed extraprofitti non solo delle banche. E con una vera riforma fiscale che non è quella della legge delega". Se si vogliono rilanciare consumi e Pil e definire un nuovo modello di sviluppo, inoltre, "non si può prescindere dal sostegno ai salari mangiati dall'inflazione e alla cancellazione della precarietà".