Sì è svolto oggi l’incontro al Mise sulla reindustrializzazione di Industria Italiana Autobus che coinvolge gli stabilimenti di Bologna e Flumeri (Avellino) e occupa circa 450 lavoratori.

"L’amministratore delegato ha fornito un’analisi sulla situazione attuale. Sono stati consegnati autobus a Roma Capitale, Genova, Start Romagna e Cagliari. È stata rafforzata la struttura del management con l’inserimento del direttore finanziario e a novembre sarà nominato il direttore industriale. Nel frattempo, è stato potenziato il post vendita e il commerciale, e Iia è tornata a partecipare alle gare: questo rappresenta una novità positiva d'inversione di tendenza rispetto al recente passato. L’amministratore delegato ha comunicato che sono stati consegnati in totale negli anni 2018-19 oltre 540 bus, mentre per il 2020 ci sono già 240 ordini. Nel complesso, però, siamo al di sotto del 25% di produzione in Italia, rispetto a quanto previsto dal piano industriale presentato a febbraio. Nel rispondere alle domande poste dalla delegazione della Fiom il dirigente di Invitalia ha confermato l’obiettivo del 25% entro la fine dell’anno". Lo dichiarano in una nota congiunta Michele De Palma, segretario nazionale Fiom, Samuele Lodi, segretario generale Fiom Emilia Romagna, Giuseppe Morsa, segretario Fiom Avellino.  

"Poi, l’ad ha parlato delle difficoltà finanziarie legate alla concessione di fideiussioni che hanno determinato una sofferenza per i lavoratori con il ritardo del pagamento delle spettanze lo scorso mese. Difficoltà con il sistema bancario avute negli ultimi mesi, che oggi saranno affrontate dal Cda, a fronte di un riallineamento con il credito. Negli stabilimenti, la situazione negli ultimi mesi ha fatto vivere i lavoratori in condizioni difficili, che man mano vengono affrontate dalla direzione aziendale grazie all’intervento delle delegate e dei delegati, ma vi è un ritardo nel programma di realizzazione del miglioramento degli impianti. A Flumeri è iniziata la ristrutturazione del tetto, mentre non sono ancora partiti gli investimenti per l’impianto delle nuove linee di assemblaggio e produzione. Nel frattempo, per mantenere la produzione in stabilimento è in allestimento una zona di isole di montaggio. Nell'impianto di Bologna le linee produttive sono attive, nonostante un layout ancora incompleto e problemi di organizzazione dei flussi produttivi e di impianti", proseguono i dirigenti sindacali.

La Fiom ritiene "prioritario investire sugli impianti per garantire le condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori, avendo un monitoraggio costante con incontri specifici nelle prossime settimane. La questione della reindustrializzazione deve riguardare entrambi gli stabilimenti. Ci sono le condizioni per rilanciare il polo industriale pubblico della produzione di autobus in Italia, attraverso investimenti per la realizzazione di motori a metano e soprattutto elettrici: sono fondamentali rilanciare il progetto elettrico Zeus e sono necessari per governare il processo di riconversione ecologica della mobilità e per implementare la ricerca e sviluppo".

Inoltre, la Fiom ha posto "la necessità di fare sistema tra ministeri, Anci e regioni, perché le gare per l’acquisto di autobus prevedano standard di qualità radicati nel know how di ricerca e sviluppo e produzione dei lavoratori, e non indire gare al massimo ribasso che penalizzerebbero gli impianti produttivi. Riguardo alla composizione societaria, si ritiene che la compagine proprietaria abbia la piena responsabilità d'attuazione del piano condiviso con il governo, di rilancio del polo pubblico della produzione di autobus. Pertanto, l’eventuale ingresso di un nuovo soggetto dovrà essere industriale".

L’amministratore delegato ha condiviso la richiesta della Fiom di avviare con la realizzazione del piano la rigenerazione degli stabilimenti attraverso nuove assunzioni e il rilancio della progettazione e produzione. La Fiom ritiene "importante l’attenzione del governo nazionale, dell’Emilia Romagna e dei Comuni di Bologna e Flumeri sulla vertenza. Sarebbe opportuno che tale attenzione fosse tenuta anche da altri comuni e regioni interessati".