Il contratto nazionale dell'industria alimentare riguarda circa 400 mila lavoratori, che sono stati considerati essenziali nei giorni della pandemia. È il secondo più importante nel settore manifatturiero. Il rinnovo del ccnl 2019-2023 è stato siglato il 31 luglio 2020, con un accordo tra Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil e Unionfood, Ancit e AssoBirra.

È stata una trattativa lunga e complessa, durata oltre nove mesi. I sindacati hanno lavorato per tenere unite tutte le controparti, ma le associazioni di impresa non si sono ricomposte: alla fine hanno firmato tre associazioni su tredici che rientrano nel contratto.

L'aumento salariale medio è di 119 euro a regime. Molte novità vengono introdotte sui capitoli di formazione, salute e sicurezza, welfare, appalti. Il lavoro agile viene regolato in maniera innovativa, riconoscendo all'addetto il diritto alla disconnessione e alla privacy.

In tema di appalti, arriva il vincolo all’applicazione del contratto nazionale del settore merceologico delle attività appaltate, sottoscritte dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. Sulla contrattazione inclusiva è stato raggiunto l'obiettivo del riconoscimento della comunità di sito.

Si registrano avanzamenti anche sui diritti dei lavoratori. Vengono ampliati i congedi parentali, sia quelli retribuiti che non retribuiti, per i figli a carico e l’assistenza familiare. È riconosciuto il congedo per le donne vittime di violenza. (E.D.N.)