A livello europeo restano molte incertezze sulla fusione tra Alstom e Siemens che punta alla creazione di un colosso ferroviario franco-tedesco. Si dice che dalla decisione dell'antitrust in merito, attesa al massimo per metà febbraio, si capirà l'indirizzo che l'Europa vuole prendere in merito alla concorrenza: privilegiare i diritti dei consumatori interni, oppure favorire la competizione con i colossi cinesi?

Fatto sta che c'è chi vive la questione con una preoccupazione molto più basilare: difendere il proprio posto di lavoro. In particolare, tra le attività che Alstom sarebbe pronta a cedere per arrivare alla fusione c'è quella del segnalamento, alla quale lavorano una trentina di addetti nello stabilimento di Bologna. Mentre sul pendolino, nella riunione svolta ieri, 28 gennaio, al Mise sono arrivate rassicurazioni da parte dell'azienda. 

Sul segnalamento, invece, ci sono alcuni aspetti poco chiari, come ci spiega Marco Colli, della Fiom Cgil di Bologna: "Succede che tu vendi ad un potenziale concorrente, una tipologia di sistema di segnalamento (sul treno e a terra) omologata per le ferrovie italiane e ne acquisisci una (quella di Siemens, ndr) che invece ancora non lo è, perché ha una tecnologia superiore. Questo vuole anche dire - continua Colli - che quei lavoratori andranno formati per lavorare sulle nuove produzioni e non basterà certo una settimana. Insomma, i dubbi e le preoccupazioni nostre e dei lavoratori sono più che legittime". 

Il rappresentante del Mise Sorial ha poi espresso la volontà di aprire un tavolo di monitoraggio per salvaguardare l’occupazione italiana di Alstom con o senza la fusione. Il tavolo ministeriale si è quindi riaggiornato a inizio marzo.