Si è tenuto martedì scorso (14 novembre) presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy l’incontro sul futuro dei lavoratori della Fos di Battipaglia. Oltre un centinaio i lavoratori in tuta bianca giunti in corteo sotto il dicastero di via Molise, scandendo slogan e chiedendo l'attenzione del governo sul futuro di uno stabilimento che rappresenta un crocevia per lo sviluppo digitale del Paese.

La Fos – Fibre Ottiche Sud – azienda del gruppo Prysmian, società specializzata nella produzione di cavi per i settori dell'energia e delle telecomunicazioni con oltre un centinaio di stabilimenti sparsi per il mondo, dal settembre scorso ha risolto i contratti di lavoratori in somministrazione e posto i 300 dipendenti in cassa integrazione. Con ricadute per altrettanti lavoratori dell’indotto.

Lo stabilimento realizza fibra ottica per la rete digitale, è l'unico del nostro Paese e le sue difficoltà sono dovute al costo dell'energia e alla alta qualità della tecnologia prodotta. Voci che incidono sul prezzo finale, superiore a quello dei prodotti cinesi e indiani di minor qualità e costo.

I lavoratori della Fos, ma potremmo allargare il ragionamento all'intero mondo del lavoro, scontano le conseguenze di una politica dal respiro corto dedita più alla contingenza che alla programmazione. Le iniziative volte agli obiettivi di digitalizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza non hanno previsto clausole a favore dell'unica azienda presente sul mercato italiano, aprendo la strada alla fibra delle multinazionali della Cina. 

L'incontro

"Durante la riunione presso il Ministero – riferisce Elena Petrosino, segretaria nazionale della Filctem Cgil – abbiamo appreso che Agcom, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ha già istituito un tavolo tecnico con i principali installatori e produttori di fibra ottica in cui saranno definite le specifiche tecniche necessarie per garantire le migliori prestazioni. La prima convocazione è fissata per il prossimo 23 novembre. Entro 90 giorni dovranno essere rivalutati i parametri tecnici e qualitativi della fibra ottica da consegnare a Infratel, stazione appaltante per i bandi inerenti la posa nel nostro Paese".

“Riteniamo utile e opportuno – prosegue  – l’intervento dell’Autorità per le telecomunicazioni. È importante che un organo indipendente intervenga in difesa di un settore strategico evitando di esporlo a dinamiche di mercato che possano indebolirlo. Nel caso della Fos si tratta di uno stabilimento che produce fibra ottica la cui eccellenza è riconosciuta a livello mondiale ed è paradossale che proprio l’Italia non acquisti questa tecnologia così preziosa.”

I sindacati assicurano che continueranno a sollecitare l'azienda e le istituzioni. L’apertura di un tavolo rappresenta un segnale di speranza per i lavoratori. La speranza di tornare a saturare gli impianti e uscire dalla cassa integrazione. E perché no? Essere parte del processo di trasformazione tecnologica del Paese.