Il decreto del governo sulle attività essenziali “ha allargato eccessivamente le maglie. L'elenco delle attività contenute nel decreto è troppo ampio e sta consentendo a tante aziende di tornare indietro rispetto all'ipotesi di sospensione dell'attività”. Inizia così il comunicato congiunto di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil firmato dai segretari generali, Marco Falcinelli, Nora Garofalo e Paolo Pirani. I sindacalisti aggiungono: “È evidente che il governo ha ceduto alle pressioni di Confindustria che cinicamente continua ad anteporre la logica del profitto a quella della tutela della salute dei lavoratori. Nonostante abbia firmato il protocollo sulla sicurezza insieme al governo e alle organizzazioni non ha perso tempo ad attivare il suo ruolo di lobby per cambiare i contenuti del decreto”.

Se Cgil, Cisl e Uil non fossero intervenute nella serata di ieri minacciando lo sciopero generale per ridurre le attività considerate essenziali contenute nel decreto, proseguono le sigle, “ci saremmo trovati oggi di fronte a un decreto che sostanzialmente modificava poco rispetto alla situazione precedente”. Inoltre, i contenuti del decreto conferiscono ampi poteri di deroga, rispetto al criterio di essenzialità, al ministero delle Attività produttive e dell'Economia oltre ad ampliare il potere sulla stessa materia alle prefetture. Per tale motivo condividiamo la scelta di Cgil, Cisl e Uil di richiedere urgentemente ai suddetti ministeri un incontro finalizzato a modificare l'elenco dei codici Ateco contenuti nell'allegato 1 al dpcm del 22 marzo.

Filctem, Femca e Uiltec quindi “condividono il documento unitario delle Confederazioni e garantiranno copertura politica per tutte le iniziative che le strutture e le Rsu, appartenenti ai settori aggiunti nello schema del decreto che non rispondono alla caratteristica di attività essenziali, riterranno opportuno mettere in campo, fino alla proclamazione di sciopero”. Inoltre, Filctem, Femca, Uiltec “ritengono che per tutti coloro che dovranno con il loro lavoro assicurare i servizi essenziali per il paese, l'applicazione del protocollo del 14 marzo sia indispensabile per garantire il diritto costituzionale alla salute individuale e collettivo”. Pertanto, chiedono misure stringenti per garantire l'applicazione del protocollo stesso con l'intervento, se necessario, delle autorità sanitarie e delle forze di sicurezza. “Dove questo non avvenisse – concludono – i sindacati garantiranno copertura politica a tutte le strutture e le Rsu per tutte le iniziative che sarà necessario mettere in campo per far rispettare il protocollo condiviso del 14 marzo fino alla proclamazione dello sciopero”.