Anche le Ferrovie dello Stato sono pronte alla gestione della “fase 2” dell’emergenza coronavirus. È stata infatti sottoscritta da azienda e sindacati l’intesa che accompagna il graduale riavvio delle attività delle società del gruppo. “In questa fase - spiegano Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl ferrovieri, Fast e Orsa - è stato deciso di proteggere ulteriormente i lavoratori con disabilità, immunodepressi o con patologie pregresse, con la possibilità di differire il più possibile il rientro al lavoro. Viene confermata la modalità di lavoro in smart working e previste le misure di distanziamento anche mediante lo scaglionamento degli ingressi”.

L’accordo prevede anche l’adozione di numerosi provvedimenti anti-contagio: la misurazione della temperatura corporea per tutte le persone che accedono ai siti aziendali, il potenziamento degli interventi di sanificazione di impianti e mezzi, l’introduzione di segnalamento dei percorsi e delle postazioni lavorative per agevolare i giusti comportamenti di distanziamento tra le persone. È stata anche confermata l’attività di produzione di mascherine di Rete ferroviaria italiana (Rfi) con l’allestimento dei locali e macchinari funzionali presso le officine Onae di Bologna.

“In merito alle linee guida societarie su salute e sicurezza - spiegano i sindacati - che sono di esclusiva competenza aziendale e non sono oggetto di accordo, abbiamo fatto inserire alcuni elementi migliorativi come per le biglietterie, per le quali si era ipotizzata la chiusura, dove abbiamo chiesto che non sia resa obbligatoria la vendita online ma solo incentivata, mantenendo efficiente il servizio di sportello, fornendo al tempo stesso ai lavoratori tutte le protezioni necessarie. I capitreno si atterranno alle indicazioni della sala operativa e della protezione aziendale nei casi critici in cui potrebbero esserci difficoltà per assicurare il distanziamento interpersonale tra i viaggiatori. È previsto, infine, anche il controllo da parte del committente delle misure adottate per la prevenzione della diffusione del virus da parte dei vari appaltatori”.