Per la storica azienda di elettronica ed elettrodomestici Euronics-Galimberti, attiva da più di quarant'anni, questo potrebbe essere l’ultimo giorno. È attesa per oggi (giovedì 29 agosto), infatti, la decisione del Tribunale di Milano che potrebbe dichiarare il fallimento della catena di negozi. Sindacati e lavoratori hanno indetto uno sciopero, con presidio davanti al Tribunale a partire dalle ore 11.30. La situazione è molto delicata: dopo la scomparsa del fondatore Ilario Galimberti nello scorso febbraio, l’azienda rischia la chiusura con gravi conseguenze per i 250 dipendenti che operano in undici negozi tra Lombardia e Veneto.

“Dopo l’udienza del 23 luglio, in cui si è discusso della richiesta di concordato preventivo avanzata dall'azienda, ci sono due strade: nella migliore delle ipotesi l’amministrazione controllata, nella peggiore il fallimento”, spiega il segretario generale della Filcams Cgil di Bergamo Mario Colleoni: “In questo momento, a causa del mancato pagamento dei fornitori, nelle sedi operative dei punti vendita i dipendenti si trovano senza internet, non hanno linee telefoniche e i livelli di approvvigionamento sono minimi. Inoltre, non sono state ancora pagate la tredicesima e la quattordicesima”.

Nel febbraio 2018 la Euronics-Galimberti ha provato per la prima volta a chiedere il concordato preventivo, ma la richiesta non è stata approvata dalla maggioranza dei creditori. Ora un nuovo tentativo, ma nell'ultima udienza del 23 luglio il Tribunale ha chiesto maggiori garanzie sulla solidità dell'azienda, gravata da debiti per oltre 82 milioni di euro. Colleoni sottolinea l’urgenza “di valutare ogni possibilità per permettere ai lavoratori di non perdere il posto per colpa delle mancanze dei dirigenti di Galimberti”. Le origine della crisi “sono plurime, a partire dal fatto che Galimberti non ha reagito in modo adeguato ai cambiamenti del mercato. Le quote di mercato detenute dall’online sono aumentate molto negli ultimi anni, questo ha fatto sì che si erodesse il fatturato dei punti vendita classici. Altri gruppi stanno costruendo strategie per rendere il punto vendita semplicemente una sorta di luogo dove osservare il prodotto, per poi acquistarlo sul web”.

Fino all'ultimo si è sperato in una possibile ricapitalizzazione della società, finalizzata a sanare la forte situazione debitoria. “Tante promesse, ma nemmeno una è stata mantenuta”, aggiunge la Filcams Cgil di Milano: “Gli errori della società si ripercuotono sui 250 lavoratori che vedono sfumare la possibilità di una continuità del rapporto di lavoro, qualora venisse deciso il fallimento della società”. Per il segretario generale della Filcams Cgil di Como Marco Fontana, infine, l’obiettivo dello sciopero è “quello di lanciare un messaggio a tutela dell’occupazione, perché le ricadute dal punto di vista sociale sarebbero molto pesanti”.