L’alternativa erano i licenziamenti, da gestire immediatamente. Dopo una lunga trattativa i sindacati un risultato l’hanno ottenuto: un anno di cassa integrazione straordinaria, con i lavoratori che accederanno a un programma di formazione regionale per la loro riqualificazione professionale. Un risultato comunque soddisfacente, che permetterà alla Vibac di Termoli (Campobasso) di restare sul mercato e cercare di rilanciarsi.

Il 27 febbraio scorso la multinazionale italiana di nastro autoadesivo e plastica per imballaggi (con circa mille dipendenti tra Italia, Serbia e Canada) aveva annunciato 126 esuberi (su 142 addetti complessivi) nello stabilimento molisano. La crisi della società (fondata nel 1968) andava avanti da un anno e mezzo, con i lavoratori in cassa integrazione ordinaria dal 13 gennaio al 9 luglio 2022 e poi in straordinaria per ulteriori 12 mesi. Gli esuberi chiesti dalla Vibac erano poi scesi a 62, per poi risalire (nell’incontro del 7 giugno) a 106.

A fine giugno, la svolta. L’accordo quadro, firmato formalmente lunedì 3 luglio (dopo essere stato approvato il 30 giugno dai lavoratori), prevede 12 mesi di cassa integrazione straordinaria per transizione occupazionale (fino al 10 luglio 2024) per 116 dipendenti, mentre i restanti 26 rimarranno al lavoro.

Per i 116 cassaintegrati verrà attivato il programma Gol (Garanzia di occupabilità dei lavoratori), azione di politica attiva del lavoro inserita nell’ambito del Pnrr e finanziata dalla Regione Molise, per l’upskilling e il reskilling dei dipendenti, con l'obiettivo di ricollocarli nel mondo del lavoro.

La posizione dei sindacati

L’obiettivo di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil è utilizzare questo anno ulteriore di cigs per rilanciare l’azienda e farla tornare competitiva, risolvendo nel contempo i problemi legati al consumo energetico. Ma la situazione rimane complessa e ovviamente non si esclude che, al termine dell’ammortizzatore sociale, l’azienda possa aprire una nuova procedura di licenziamenti collettivi.

“Avevamo chiesto d’inserire una clausola di salvaguardia nel verbale relativo all'utilizzo dei nominativi dei lavoratori coinvolti nella cassa integrazione straordinaria, eventualmente l'azienda dovesse aprire una nuova procedura di licenziamento l'anno prossimo”, spiega Giuseppe Tarantino, segretario generale Filctem Cgil Molise: “Ma l'azienda non ha voluto. In assemblea, allora, abbiamo spiegato i contenuti dell'accordo, il rifiuto della clausola di salvaguardia e gli eventuali rischi che si potrebbero correre l'anno prossimo”.

“L’azienda esprime molto pessimismo sulla ripresa di mercato, sostiene di non vedere la luce in fondo al tunnel”, aggiunge il segretario generale Femca Cisl Abruzzo-Molise Massimiliano Recinella: “Non siamo ovviamente felici, ma siamo tutti consapevoli che senza questi 12 mesi di cassa integrazione straordinaria avremmo dovuto gestire tutti i licenziamenti dichiarati. Adesso dobbiamo ragionare di tutti gli aspetti futuri e capire quali strategie mettere in campo in questo anno”.