Ventidue chilometri in bicicletta, scooter, auto per consegnare un panino o una pizza. Ventidue per andare e altrettanti per tornare. La paga, 13 euro lordi, che diventano 6 netti, neppure sufficienti a coprire le spese di benzina, la manutenzione del mezzo, i costi della partita Iva.

Succede ai rider di Deliveroo a Verbania, una quindicina, che aprono ufficialmente lo stato di agitazione perché la piattaforma di food delivery ha ampliato unilateralmente l’area di consegna, estendendo il territorio fino al comune di Stresa, senza preavviso e senza un confronto con i lavoratori.

“Nelle scorse settimane Deliveroo ha modificato l’area di assegnazione degli ordini senza comunicarlo – denuncia Lucia Penna, segretaria generale della Cgil Novara Verbano-Cusio-Ossola –. In questo modo i lavoratori si sono ritrovati a percorrere decine di chilometri. Fino a 22 chilometri, appunto, all’andata e altrettanti al ritorno, perché a Stresa non ci sono esercizi commerciali che affidano consegne”.

Il cambiamento sembra di poco conto, e invece ha un impatto diretto sulle condizioni di lavoro dei ciclofattorini. Per motivi morfologici il territorio è molto esteso perché costeggia il lago Maggiore, una striscia che arriva fino in Svizzera, a vocazione turistica. In più pieno di dislivelli con paesi che si affacciano sul lago e alle spalle hanno le montagne. Sempre per quei sei euro netti, i ciclofattorini arrancano in bicicletta in salita e in discesa per le strade.

Il problema però non è solo la distanza. Il compenso in alcuni casi è troppo basso per poter accettare l’incarico, ma se si rifiuta la consegna, si viene penalizzati dall’algoritmo, che non ammette rifiuti, défaillance, assenze, malattie. Quindi, oltre allo sfruttamento, c’è il ricatto: “Accettare consegne che, considerando tempi di trasferimento, attesa, rientro e spese vive, portano a guadagni inferiori ai sei euro l’ora, oppure rifiutare gli ordini e subire le penalizzazioni dell’algoritmo” prosegue Penna.

L’algoritmo infatti è programmato in modo da premiare chi lavora tanto, accetta tutto e non manca neppure una consegna, e da sfavorire il rider che rifiuta gli incarichi. I virtuosi si piazzano in cima al ranking, gli altri finiscono in fondo alla classifica.

“Dopo aver tenuto un’assemblea con i rider della città e aver individuato tutte le criticità – conclude la sindacalista –, abbiamo incontrato l’azienda e sottoposto le richieste dei lavoratori, prima fra tutte l’aumento del compenso in relazione ai chilometri percorsi per una consegna. Deliveroo si è impegnata a restringere l’ambito di assegnazione ma a oggi non è cambiato nulla. Anzi, sono arrivati ordini ancora più distanti, sempre a parità di paga. Per questo abbiamo deciso di avviare lo stato di agitazione”.