Sono centinaia i dipendenti delle Acciaierie d’Italia che hanno manifestato oggi (martedì 20 luglio) a Taranto, davanti alla Prefettura, in occasione dello sciopero generale degli stabilimenti ex Ilva. Al presidio sotto gli uffici del governo, iniziato in via Anfiteatro intorno alle 8.30, hanno partecipato non solo gli addetti del polo siderurgico, ma anche quelli delle aziende dell’indotto (appalti e multiservizi). Lo stop, proclamato da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil, è stato indetto per l’intera giornata. I sindacati chiedono all’esecutivo una vera svolta gestionale e societaria ora che lo Stato, attraverso Invitalia, è divenuto partner di ArcelorMittal Italia.

"Una giornata di mobilitazione importante, che mette al centro le questioni dell'ambiente, dell'occupazione e di una seria riconversione della produzione": così il segretario generale della Fiom Cgil di Taranto Francesco Brigati, partecipando alla manifestazione. "Non possiamo attendere i tempi della politica, la città e i lavoratori attendono risposte immediate, e soprattutto l'attuazione del piano ambientale e industriale con investimenti certi", prosegue l'esponente sindacale: "Col prefetto di Taranto affronteremo le tante problematiche che riguardano il gruppo Acciaierie d'Italia. Il tempo è scaduto, i lavoratori attendono risposte e non i soliti slogan sulla transizione ecologica, quest'ultimi privi di contenuti".

“Il tempo dei proclami e degli slogan è finito”, scrivono i sindacati: “È da tempo che assistiamo a continui rinvii rispetto al futuro ambientale, occupazionale e industriale, mentre migliaia di lavoratori vengono collocati in cassa integrazione. Il futuro è incerto per i lavoratori di Acciaierie d'Italia, Ilva in amministrazione straordinaria e dell'appalto”. Fiom, Fim e Uilm territoriali denunciano “la mancata discussione e condivisione del piano industriale, di un piano di manutenzioni degli impianti per assicurare la sicurezza dei lavoratori, nonché la mancata presentazione del piano ambientale”. Lamentano, inoltre, l'assenza di notizie “sui tempi della sua realizzazione e delle opere di messa a norma degli impianti e la certezza degli investimenti”, la gestione “inappropriata della cassa integrazione senza la condivisione delle modalità e dei numeri dei lavoratori” e la “mancata definizione di un percorso di reintegro in Acciaierie d'Italia dei lavoratori in amministrazione straordinaria”.

Mobilitazione anche allo stabilimento di Genova Cornigliano, con lo sciopero di un'ora al giorno fino al 29 luglio. Acciaierie d'Italia aveva inviato una lettera spiegando di aver richiesto la cassa Covid per 250 operai su 981. I sindacati avevano chiesto un incremento delle ore rispetto ai mesi scorsi, ma la multinazionale lo ha negato. Per la Fiom Cgil si tratta di un “uso spregiudicato da parte dell'azienda della cassa integrazione Covid”, a fronte di “un mercato dell'acciaio in netta ascesa”.

La mobilitazione vuole però rivendicare anche maggiore sicurezza nello stabilimento. “La situazione della sicurezza è diventata ormai esplosiva: domenica 18 luglio è caduto un rotolo di acciaio del peso di diverse tonnellate, ed è il terzo episodio simile accaduto nell'ultimo mese”, spiegano i metalmeccanici della Cgil, rimarcando che “nella serata di lunedì 19 si è sviluppato un principio di incendio sui rulli della stagnatura elettrolitica, non adeguatamente manutenuti e puliti. La scintilla è caduta ai bordi dei rulli sporchi di grasso, in quanto si risparmia anche sulle pulizie, e da lì si sono sviluppate le fiamme che sono state subito spente. Incidente analogo questa mattina nel reparto zincatura, dove solo l'intervento degli operai ha scongiurato il peggio. Tutti questi episodi sono puntualmente segnalati dai delegati alla sicurezza alla Asl di competenza e naturalmente all'azienda, che continua a essere sorda alle nostre richieste d'intervento”.

"E' stata registrata un'altissima adesione allo sciopero di 24 ore indetto in tutti gli stabilimenti del gruppo Acciaierie d'Italia. A Taranto negli impianti l'adesione è stata intorno all'80%, al netto dei comandati per le norme di salvaguardia del sito siderurgico, mentre le imprese dell’indotto si sono fermate totalmente. Adesione sopra il 90% allo stabilimento di Genova di Cornigliano dove è stato deciso lo sciopero di un'ora al giorno fino al 29 luglio. Stabilimenti vuoti con produzione totalmente ferma a Racconigi (Cuneo) e a Legnaro (Padova) con il raggiungimento del 100% di adesioni e a Novi Ligure (Alessandria) la partecipazione è stata superiore al 90%. E infine a Paderno Dugnano (Milano) lo sciopero ha superato il 60%.

"E' stata una giornata di mobilitazione molto importante che ha messo al centro la questione dell'ambiente, dell'occupazione e della sostenibilità ambientale delle produzioni di acciaio. A Taranto una delegazione è stata ricevuta dal Prefetto che ha preso l'impegno a sollecitare l'incontro entro luglio con Governo ed Acciaierie d'Italia sul piano industriale". cLo dichiara in una nota Gianni Venturi, segretario nazionale Fiom Cgil e responsabile siderurgia

"L’unica certezza per i lavoratori è la cassa integrazione - continua Venturi - a fronte di una domanda di acciaio in forte crescita. Gli investimenti sono sostanzialmente azzerati sia per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti, mettendo a rischio la sicurezza dei lavoratori, sia per il risanamento e la sostenibilità ambientale delle produzioni. Il tempo è scaduto e i lavoratori attendono risposte immediate sull'occupazione e soprattutto l'attuazione del piano ambientale e industriale. Il Governo convochi il tavolo con azienda e sindacati e renda esplicito il tanto preannunciato piano nazionale della siderurgia, conclude".

"Gli scioperi dei metalmeccanici non si fermano - ha commentato Francesca Re David, segretaria generale Fiom -. Ieri a Firenze lo sciopero confederale per la Gkn, oggi tutta la Brianza contro la chiusura della Giannetti Ruote, e sciopero di tutti gli stabilimenti di Acciaierie d’Italia per i salari taglieggiati dalla cassa integrazione e dal mancato rispetto degli accordi. L’azienda accumula utili mentre la riconversione sostenibile e il loro futuro-compreso l’indotto e l’ex Ilva in amministrazione straordinaria- continuano ad essere argomenti preclusi al sindacato e ai lavoratori, un silenzio che non si rompe anche con la nuova società per metà pubblica. A Napoli la Whirlpool occupa i binari e canta 'Bella Ciao' in piazza Garibaldi". "I metalmeccanici difendono i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e il sistema industriale del Paese, le multinazionali fanno solo i propri interessi - ha concluso -. Scioperi e mobilitazioni in tutto il Paese continueranno nei prossimi giorni. Vogliamo risposte, che il governo lo sappia".