"Il 27 luglio la BCE ha aumentato per la nona volta in un anno il tasso di riferimento dell’Eurozona, portandolo al 4,25% con la prospettiva di un ulteriore aumento di un quarto di punto entro fine anno. Si tratta del tasso più alto dall’introduzione dell’euro e dell’aumento più veloce e imponente nella storia della BCE. La conseguenza sulle tasche di chi ha mutui a tasso variabile diventa, mese dopo mese, sempre più insostenibile". È quanto si legge in un comunicato congiunto delle segreterie del Gruppo bancario Credit Agricole Italia Fabi - First Cisl - Fisac Cgil - Uilca - Unisin.

I sindacati calcolano che l’aumento medio delle rate di mutuo a tasso variabile dal 2022 è del 44%, in media 212 euro in più al mese, a cui va ad aggiungersi la crescita generalizzata dei prezzi generata dall’inflazione: "Di fronte a questo scenario - proseguono - riteniamo che sia doveroso e urgente che l’Azienda affronti adesso il tema delle condizioni dei mutui ai dipendenti, senza ulteriori rinvii, come richiesto più volte dalle OO.SS. negli ultimi mesi".

"L’azzeramento dello spread ottenuto con l’Accordo dello scorso gennaio, che tra l’altro, va ricordato, non ha riguardato l’intera platea dei colleghi intestatari di mutuo, non è più assolutamente sufficiente in quanto l’intervento e’ stato dopo poco vanificato dal susseguirsi degli aumenti dei tassi. Occorre un’azione incisiva che sia a beneficio di tutti i colleghi e che possa concretamente alleviare il peso delle rate, ben sapendo che nel 2014, quando l’azienda ha modificato il riferimento dei mutui a tasso variabile dal 50% del BCE al BCE pieno, aveva preso l’impegno di rivedere tale misura “a fronte di significative variazioni del tasso di riferimento”.

Malgrado le diverse sollecitazioni verbali e formali delle organizzazioni dei lavoratori al tavolo sindacale negli ultimi mesi, nonostante alcune aperture aziendali iniziali a oggi non si registrano ancora interventi concreti in favore dei dipendenti del Gruppo che con il loro lavoro hanno sempre dimostrato senso di grande appartenenza al Gruppo stesso portandolo a ottenere risultati di sempre maggiore rilievo. "Per tutto questo - scrivono - riteniamo importante e non procastinabile un segnale aziendale anche in ragione del fatto che negli ultimi mesi si è assistito a campagne mutui per i clienti che offerta a tassi inferiori rispetto a quelli previsti dalle condizioni agevolate dei dipendenti.

"Nel frattempo sono stati pubblicati i risultati dei primi sei mesi dell'anno che confermano la capacità costante di generare redditività sostenibile anche in un contesto di particolare complessità. L’utile netto civilistico consolidato si attesta a 405 milioni, in crescita del 72,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente che includeva oneri derivanti dall’acquisizione di Creval per 20 milioni di euro. Escludendo l’impatto di tale componente non ricorrente - concludono -, la variazione acquisita per i primi sei mesi del 2023 si attesta al +58,5% a/a. A dimostrazione dell’impegno dei colleghi l’attività commerciale continua a essere dinamica, con un totale dei finanziamenti all’economia pari a 97 miliardi di euro e una raccolta totale1 pari a 329 miliardi di euro. I proventi del semestre sono superiori a 1,5 miliardi di euro, in aumento del +21% a/a trainati dal significativo apporto del margine di interesse (+47% a/a), con il risultato lordo dell’attività corrente che si attesta a 763 milioni di euro (+49% a/a2) e cost income al 50,2%".