Dopo due giorni di sciopero, gli edili della Cala Scarl di Palermo sono tornati al lavoro nel cantiere del collettore fognario, dopo aver intascato la promessa del pagamento immediato delle mensilità attese di marzo, aprile e maggio.

“La mobilitazione si è conclusa positivamente – dichiara il segretario generale Fillea Palermo, Piero Ceraulo –. Oggi, alla presenza del ragionier generale Paolo Bohuslav Basile, che ha ricevuto alla Ragioneria del Comune la nostra organizzazione sindacale e una delegazione di lavoratori, ci è stato comunicato che stamattina dall'ufficio è partito l'ordine di pagamento per l'impresa. Il motivo del ritardo è scaturito dalla sovrapposizione di più mandati di pagamento, destinati anche ad altre aziende impegnate in città e il Comune ha ribadito la necessità del rispetto dell'ordine cronologico. La nostra protesta ha contribuito a velocizzare i pagamenti per tutti”.  

I venti lavoratori che hanno incrociato le braccia, manifestando con un sit-in in via Roma, sotto la sede della Ragioneria, hanno ricevuto a febbraio il loro ultimo stipendio. L'azienda si era impegnata, con un'intesa con la Fillea, a pagare le spettanze ai lavoratori, non appena avesse incassato gli ultimi due stati di avanzamento lavori dal Comune. La Fillea ha verificato che la Regione aveva già erogato, con un decreto di finanziamento, un milione e 300.000, somme che adesso il Comune stornerà alla società Cala Scarl.

“Abbiamo insistito perché volevamo chiarezza sul fatto che le risorse fossero transitate realmente verso la Ragioneria e non già adoperate per altro, come qualcuno informalmente ci aveva fatto sapere – aggiunge il dirigente sindacale –. Rimane altresì alta l'attenzione sul proseguimento dei lavori e sui prossimi pagamenti, a partire dallo stipendio di giugno. L'obiettivo è che da qui a otto mesi il cantiere giunga a termine. E si potrà finalmente consegnare alla città almeno un'opera pubblica conclusa, tra i tanti cantieri infiniti, interrotti e a rischio incompiuta che restano”. 

“Inoltre, vigileremo affinché i pagamenti successivi – prosegue il segretario Fillea – vengano erogati nei tempi corretti, anche perché individuiamo all'interno della Cala Scarl la preoccupazione per le aziende Tecnis (86%) e Sikelia (14%), che al momento non navigano in buone acque. Da parte nostra, nessuna intenzione di strumentalizzare, ma di far emergere un tema che è quello della lentezza della macchina burocratica, che rischia di far intoppare i cantieri edili, in alcuni dei quali il Comune è coinvolto come stazione appaltante”.