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"Servono azioni concrete di politica industriale e strumenti straordinari". Questa la posizione di Cgil e Fiom espressa durante l'incontro convocato dal ministero dello Sviluppo economico sul settore automotive, con la presenza del vice ministro Pichetto Fratin. "L'argomento del tavolo era quello sugli assetti produttivi e industriali, il vice ministro ha aperto il l'incontro comunicando che il decreto energia e il sostegno alla domanda sono il primo passo", spiegano Fausto Durante (coordinatore Consulta industriale Cgil nazionale) e Simone Marinelli (coordinatore nazionale automotive Fiom Cgil).
La Fiom e la Cgil ritengono che "le risorse pubbliche e il fondo istituito dal governo debbano servire al rilancio produttivo, alla gestione della transizione e alla tutela dell’occupazione. Il solo sostegno alla domanda non basta a far ripartire le fabbriche e a raggiungere il pieno utilizzo della capacità produttiva nel nostro Paese. Abbiamo bisogno d'investire in ricerca e sviluppo sui software, sulla guida autonoma, sul riciclo dei veicoli, sui semiconduttori e sulla formazione".
Per Durante e Marinelli è necessario "un piano strategico nazionale che individui i fabbisogni tecnologici e che coordini le azioni delle istituzioni locali per evitare che i contratti di sviluppo si concentrino sulle stesse produzioni. Il governo della transizione passa per la tenuta delle produzioni e per una politica di ritorno di quanto è stato delocalizzato altrove e per strumenti straordinari per la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori.
Riguardo il Pnrr e i fondi europei, i due esponenti sindacali ritengono che sono "l’opportunità per costruire, intorno a Industria Italiana Autobus, una filiera qualificata e per investire in ricerca e sviluppo sui nuovi sistemi per la mobilità pubblica e collettiva".
L'incontro, concludono i due dirigenti, va nella direzione "più volte chiesta dalla Fiom e dalla Cgil, anche attraverso il documento congiunto con Federmeccanica, Fim e Uilm. Ora è necessario trasformare le intenzioni in azioni concrete, con l'apertura di un confronto tra il sistema delle imprese e i sindacati con i ministeri competenti per un accordo quadro di politica industriale per il settore".