La scuola è iniziata da tempo. Ma per gli educatori dell'appalto di inclusione scolastica, il primo pasto in servizio è arrivato solo il 7 ottobre. "Quello che per studenti e insegnanti sembra un diritto affermato e acclarato, fin dai primi giorni di scuola, non lo è invece per il personale in appalto". A denunciarlo è Simone Raffaelli della Fp Cgil di Bologna.

C'è stato "un rimpallo di responsabilità - prosegue il sindacalista -, per un mese gli educatori hanno mangiato quello che si sono portati da casa, e ancora oggi non abbiamo risposte a diverse domande: perché, ad esempio, gli educatori dell'appalto sembrerebbero non avere diritto a un pasto differenziato (ad esempio vegetariano) ma insegnati e studenti sì? Forse perché gli educatori sono di serie B anche nell'alimentazione?"

Tutto questo "in piena violazione di quanto previsto dal contratto, che prevede per i dipendenti delle cooperative sociali il diritto al pasto se impegnati in servizi in cui è prevista la mensa".