Il diritto dovere alla formazione è uno dei capisaldi dell’azione di rappresentanza della nostra organizzazione, da sempre: vale per i lavoratori, per i delegati, per ogni funzionario e dirigente della Cgil. In una società e un mercato del lavoro che cambia vorticosamente, anche a seguito delle trasformazioni tecnologiche, sappiamo quanto sia necessario quasi quotidianamente aggiornare la propria cassetta degli attrezzi, le conoscenze, in risposta a bisogni emergenti e nuovi, a sfide di carattere sociale, economico, politico.

Ogni dirigente, a qualsiasi livello, dato per acquisito il bagaglio identitario e valoriale, si trova necessariamente di fronte all’esigenza di accrescere competenze tecniche specifiche, in rapporto al quadro normativo, ai processi economici nazionali e internazionali, ai contesti sociali e politici. Studiare il mondo del lavoro e le dinamiche che regolano i rapporti sociali e produttivi. Ma tra le necessità di un dirigente, specie se chiamato a guidare organismi confederali complessi, che contano sul contributo di tanti quadri e funzionari, del rapporto con le categorie, vi è evidentemente la capacità di sostenere approcci di leadership inclusiva che sappiano valorizzare il valore di ogni singolo compagno e compagna, assieme provando ad affrontare gli impegni – che inevitabilmente sottraggono spesso tempo alla propria vita personale, ai propri affetti – sapendo reggere le ricadute sul piano della tenuta motivazione e mentale.

Un bisogno probabilmente comunemente avvertito e al quale ha saputo fornire, per quel che mi riguarda, un sostegno davvero importante e necessario il corso di formazione promosso dall’Etui a Bruxelles e al quale ho partecipato tramite l’azione sempre propositiva della nostra Area delle politiche europee e internazionali. Ancor più valore ha assunto questa esperienza perché naturalmente svolta in ambiente multiculturale – che è la caratteristica della formazione dell’European Trade Union Institute – che ci ha permesso di confrontarci con dirigenti di altre organizzazioni sindacali di paesi europei, sulle dinamiche di governo delle strutture sindacali di cui abbiamo responsabilità di guida politica, sul bisogno e il valore dell’ascolto e della comunicazione interna oltre che esterna alle nostre organizzazioni, sulle capacità di rafforzare relazioni e fiducia tra le persone per meglio svolgere ognuno il proprio ruolo di rappresentanza di lavoratrici e lavoratori.

La positività dell'esperienza non si ferma alle skill conseguite in questo corso, perché si tratta di occasioni che favoriscono unità e dialogo a livello europeo, la costruzione di legami forti tra persone che credono e agiscono con passione e dedizione ognuno nelle proprie strutture sindacali, portando a valore le specificità e le differenze territoriali e organizzative, cercando in primis di migliorare se stessi e le proprie competenze. Per costruire un continente dove il lavoro sia elemento sociale centrale, provando assieme a creare condizioni di miglioramento delle condizioni di vita e dei redditi di chi lavora, mettendo fine a una lunga stagione di precariato e povertà lavorativa, specie in Paesi come l’Italia.

Gigia Bucci è segretaria generale della Cgil Puglia