"Grandissima preoccupazione per la situazione di Almaviva e di tutto il settore dei call center". È quanto hanno manifestato al tavolo che si è svolto oggi al ministero del Lavoro le organizzazioni sindacali, sostenute anche dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che ha appoggiato in modo chiaro la tesi delle organizzazioni sindacali. 

La preoccupazione principale manifestata in particolare dalla Slc Cgil Palermo è la mancanza di regole nel settore. “C'è bisogno di interventi immediati - afferma il segretario generale della Slc Cgil Palermo Maurizio Rosso - La prima cosa da fare è arginare in modo significativo le delocalizzazioni all'estero, che in modo massiccio multinazionali e committenti continuano a fare. Il secondo punto: regole certe contrattuali per salvaguardare il lavoro, per controllare il volume dei traffici e per l'applicazione di tariffe contrattuali legate ai contratti nazionali di lavoro".

"Terzo - prosegue il segretario - la creazione di un fondo strutturale dedicato al settore dei servizi, che conta in Italia circa 100mila lavoratori”. “Ultimo punto – continua Maurizio Rosso - è una attenzione particolare ai cambiamenti che la tecnologia sta introducendo, con la  previsione di  un percorso di formazione perenne, offrendo la possibilità di praterie di nuova occupazione in un settore che si va evolvendo verso nuovi ambiti di attività”.

“Slc Cgil Palermo – aggiunge il segretario Maurizio Rosso - ha chiesto al governo una politica industriale seria per il comparto. Non ci possiamo permettere di perdere questo importante segmento dei servizi a Palermo e in Sicilia. Continueremo a stare accanto ai lavoratori e a lottare perché si creino condizioni di sviluppo per un'occupazione radicata e consolidata sul territorio”. 

“Domani si terrà a Palermo in Sicindustria l'incontro tra Almaviva e le organizzazioni territoriali per esperire  la procedura di accesso al  Fis. Noi  – anticipa Rosso - non firmeremo mai una solidarietà al 60 per cento. Il cambiamento sta nell'occupazione e non negli ammortizzatori sociali”