Torino in zona Falchera, periferia in fase di riqualificazione. A Roma in zona Don Bosco, in un quartiere storicamente abitato dai lavoratori dell’edilizia. A Napoli in una piazza di Pianura-Soccavo, nella IX municipalità. A Palermo nello Zen 2, una delle periferie urbane più abbandonate del paese. E a Cagliari nel quartiere Sant’Elia. Sono 5 le periferie urbane scelte da FenealUil e Fillea Cgil per la giornata nazionale di lotta del 1°aprile. Una giornata che segna il punto di arrivo di una serie di iniziative, volantinaggi, assemblee e azioni simboliche, organizzate dai due sindacati di categoria per denunciare gli impatti negativi sul settore delle costruzioni e mandare un messaggio al governo: “Fai una cosa buona”, slogan e hashtag della mobilitazione.

“Da queste città lanceremo le nostre proposte - spiegano i segretari generali degli edili Cgil e Uil Alessandro Genovesi e Vito Panzarella - per ridurre i danni che deriverebbero dall’applicazione del decreto 11/2023 così come concepito, con il blocco della cessione dei crediti per i bonus edili a discapito dei i redditi più bassi. Ma anche e soprattutto contro le nuove norme del Codice degli appalti che riducono gli obblighi di applicazione dei contratti collettivi nazionali edili e introducono la liberalizzazione dei subappalti a cascata con conseguenze pesanti su occupazione, sicurezza dei lavoratori, qualità del lavoro e sostenibilità".

Le piazze saranno luoghi aperti al confronto e alla discussione, “un’occasione di partecipazione per i cittadini che vivono in quei quartieri che sono i più colpiti dalla mancanza di una politica e di una programmazione di medio periodo per la riqualificazione e la rigenerazione delle loro case e delle loro aree urbane". Molte le associazioni che in questi giorni hanno aderito all’appello lanciato dai due sindacati e condiviso la piattaforma.

Per Fillea e FenealUil, il governo sta sbagliando, ma un’altra strada è possibile: “Mantenere la cessione dei crediti per le famiglie con Isee fino a 30mila euro, i condomini di periferia, le case popolari; attuando politiche industriali stabili e strutturali per la rigenerazione delle città.” E per “la riduzione degli sprechi energetici e l’inquinamento - affermano Genovesi e Panzanella -, garantendo qualità del lavoro e delle imprese, rispetto del Contratto nazionale edile e vietando il subappalto all’infinito”.

La piattaforma elaborata da Fillea Cgil e FenealUil, tra le altre cose, punta forte sulla legalità nel settore. Per i sindacati servono vincoli stringenti sull’obbligo “di applicare e rispettare i contratti collettivi nazionali edili in tutti gli appalti di lavori rientranti nei perimetri e nei campi di applicazione dell’Allegato X del Dlgs. 81/2008, a partire dagli appalti di lavori pubblici, migliorando le previsioni del nuovo Codice degli Appalti contro ogni forma di dumping contrattuale, lavoro irregolare, infiltrazioni criminali”.

Nella piattaforma si legge poi che sono necessari “il ripristino del divieto dei sub appalti a cascata come previsto dall’attuale Codice” e la “valorizzazione delle imprese più strutturate, la loro qualificazione, la loro crescita dimensionale”. Al centro della battaglia degli edili ci sono, insomma, politiche industriali, certezza di risorse, maggiore programmazione per avere maggiore qualità del lavoro, qualificazione dell’impresa, nuovi materiali e nuove tecniche costruttive”.

Tre morti al giorno. Il bollettino di guerra dei caduti sul lavoro in Italia continua ad allungarsi giorno dopo giorno. E il settore delle costruzioni è tra i più colpiti. Di conseguenza, uno dei temi della mobilitazione degli edili riguarda la sicurezza.

Moltissime sono state le adesioni all'iniziativa. Tra gli altri, Sunia Cgil, Uniat Uil, Federconsumatori, Legambiente, Adoc Uil, Amblav, Arci, Auser, Nuove Ri-Generazioni, Ecofuturo, Ecolobby, Forum disuguaglianze e diversità, Giga, Kyoto Club, gli studenti di Link, REdS ed Udu. “Condividiamo questa battaglia e questa mobilitazione e vogliamo puntare ad avere un Paese con un piano di medio lungo termine che permetta di riqualificare tutto il nostro patrimonio edilizio, pubblico e privato”. Maria Maranò, della segreteria nazionale di Legambiente, spiega così la sua adesione.

SPECIALE FAI LA COSA BUONA