"Al primo confronto con il ministro sull'industria metalmeccanica, abbiamo chiesto un confronto per un piano strategico a partire dai settori principali come l’automotive, la siderurgia, l’elettrodomestico, le telecomunicazioni e l’energia, con l’obiettivo di salvaguardare e promuovere l’occupazione". Questo il commento della Fiom Cgil all'incontro che si è tenuto mercoledì 18 gennaio a Roma con il ministro delle Imprese Adolfo Urso.

"Nelle ultime ore l’annuncio della Whirlpool di cedere il 75% delle proprie quote alla turca Arçelik, insieme alla mancanza di chiarezza in Italia per altre grandi aziende come Stellantis e Arcelor Mittal, chiamano a una responsabilità d’intervento urgente del governo", prosegue la Fiom: ".La metalmeccanica in Italia non ha una condizione omogenea: coesistono grandi vertenze e un tessuto industriale che nella catena di fornitura internazionale ha bisogno di supporto attraverso politiche industriali".

Grandi vertenze come ex Ilva, Jsw a Piombino, Whirlpool, Stellantis, Lukoil, Ansaldo Energia, ex Gn, Blutec, Iia, Wartsila, Jabil, Softlab, Piaggio Aereo, Dema e Flextronics, solo per citarne alcune, cui si aggiungono i tavoli ministeriali ancora aperti Bosch e Vitesco.

"E’ necessario - proseguono i metalmeccanici Cgil - superare politiche emergenziali e una tantum, avviando un confronto negoziale per realizzare strumenti programmatori con risorse specifiche dedicate, condizionate a obiettivi di rilancio occupazionale, di garanzia degli ammortizzatori sociali necessari e di rispetto della sostenibilità ambientale. Con il pericolo recessivo in Europa, senza una politica di trasformazione tecnologica, digitale e ambientale l’Italia rischia la dismissione.

Il commento del segretario generale

.“L'industria è strategica per il nostro Paese", spiega il leader Fiom Cgil Michele De Palma: "Per questo bisogna che, insieme alla risoluzione dei tavoli aperti sulle singole vertenze - giovedì 19 è il giorno di Acciaierie d’Italia, su cui aspettiamo risposte chiare alle nostre richieste - si arrivi a una conferenza nazionale dell'industria che definisca una programmazione della transizione industriale in cui il governo e le imprese si assumano la responsabilità sociale e ambientale".