“Le richieste sono chiarissime: non un licenziamento e l’attivazione di strumenti conservativi dei posti di lavoro”. Questa la posizione della Fiom Cgil di Genova e Tigullio in merito alla vertenza della Hi-Lex di Chiavari, multinazionale giapponese produttrice di componentistica e ricambi per auto, che il 18 gennaio scorso ha annunciato 22 licenziamenti (su 240 dipendenti).

Immediata è stata la risposta sindacale: prima gli scioperi del 20 e del 28 gennaio, oggi (martedì 1° febbraio) il corteo che ha attraversato le strade cittadine. I dipendenti hanno sfilato dallo stabilimento fino al palazzo del municipio (con una breve sosta sotto la sede di Confidustria Tigullio), dove una delegazione è stata ricevuta dall’amministrazione comunale. Alla manifestazione hanno partecipato alcuni sindaci della zona (Sestri Levante, Cogorno, Leivi) e delegazioni di fabbriche del Levante (Fincantieri, Algo, Arinox, Industria di Leivi, Mectron, Sanguineti).

“La vertenza non è collegata alla transizione ecologica, ma a una crisi congiunturale in cui un’azienda seria attiva gli ammortizzatori sociali, come i contratti di solidarietà, che vanno utilizzati”, spiegano Paolo Davini (segretario Fiom Cgil Tigullio) e Stefano Bonazzi (segretario generale Fiom Cgil Genova e Tigullio): “In Comune abbiamo parlato chiaro: bene la solidarietà, ma non ci fermeremo a questa azione sindacale. Se necessario proseguiremo in tutte le sedi, insieme ai lavoratori, per far sì che non un posto di lavoro venga perduto”.

L’azienda, fondata nel 1946 e specializzata nella produzione di alzacristalli elettrici, conta circa 240 dipendenti. “Questa vertenza non è locale, ma nazionale, s’inserisce in una crisi generalizzata del settore dell'automotive”, proseguono i rappresentanti sindacali: “I licenziamenti sono inaccettabili. I problemi si possono affrontare con altri strumenti previsti dalla legge, e lasciare a casa 22 lavoratori non è uno di questi”.