Un appuntamento programmato inizialmente in presenza, a Pesaro, infine rimodulato in teleconferenza a causa dell'impennata di contagi che ha caratterizzato l'inizio del 2022. "La pandemia ha stravolto ogni cosa – spiega Marco Falcinelli, segretario generale della Filctem Cgil – e la parte più deficitaria del bilancio riguarda il rapporto con i lavoratori, fondamentale, nell'ambito di tutta la nostra attività. Su questo terreno dobbiamo recuperare il confronto diretto con delegati e maestranze all'interno dei luoghi di lavoro. Abbiamo verificato, però – spiega – che il temuto distacco non c'è stato. Ne sono testimonianza i rinnovi delle rappresentanze realizzati in tantissime aziende, come le innumerevoli assemblee affollate che abbiamo organizzato, quando possibile, pressoché ovunque sul territorio".

Segretario, proprio dal punto di vista organizzativo, come il covid ha cambiato il modus operandi del sindacato?
C'è stato qualche risvolto positivo: nel corso degli ultimi due anni, abbiamo accelerato rispetto all'ammodernamento in atto nel nostro lavoro, grazie all'ausilio delle nuove tecnologie. Questo ci aiutato molto durante il lockdown e anche dopo, consentendoci di mantenere un rapporto costante con lavoratori e imprese e di gestire al meglio, con le nostre strutture, la situazione che si è determinata.

Quali saranno i principali temi di dibattito con i vostri delegati?
Ci siamo resi conto che era necessario un aggiornamento sia dal punto di vista organizzativo che politico. Ragion per cui, questo appuntamento rappresenta non solo una sorta di 'tagliando' rispetto a quello che abbiamo realizzato negli anni passati ma costituisce una verifica dello stato di avanzamento politico, rispetto al mondo che ci circonda. A tale proposito, le undici schede predisposte dalla segreteria confederale, che riguardano il chi fa che cosa, le risorse, il tesseramento, ma anche argomenti quali la contrattazione, la partecipazione, l'inclusione, ci interrogano sul modello sindacale che dobbiamo mettere in piedi nei prossimi anni. Tutto questo, dovrà realizzarsi e trovare un compimento in occasione del nostro prossimo congresso. Una grande organizzazione come la nostra, con la sua storia e i suoi valori, deve fare i conti con i tempi che cambiano, con l'evoluzione della società, con i comportamenti delle persone. Nei prossimi mesi, affronteremo la nuova stagione contrattuale, considerando che alla fine di dicembre 2022 scadranno tutti i contratti dell'energia, mentre l'anno prossimo toccherà a quelli della chimica farmaceutica, più altri del settore manifatturiero. Certamente, i temi più specifici avranno diritto di cittadinanza nella discussione dei prossimi giorni: uno su tutti, il tema della transizione energetica e i cambiamenti e i processi produttivi riguardanti la sostenibilità ambientale".  

Ecco, proprio la transizione ecologica impone di riprogettare il mondo del lavoro? 
La fuoriuscita dal carbone e dal petrolio, il passaggio da fonti fossili a fonti rinnovabili di energia, avrà un forte impatto sui produttori, con riflessi importanti sulla vita dei lavoratori e quindi della nostra categoria: pensiamo alle problematiche legate al sistema di produzione, alle riconversioni delle centrali Eni. Dovremo saper gestire il cambiamento insieme a un nuovo modello di partecipazione e un quadro di relazioni più moderno. Un sistema che deve vederci protagonisti. Non solo informati a posteriori delle scelte già fatte dal governo o dalle imprese. La discussione sul mondo che cambia la dovremo gestire tutti assieme, esecutivo e parti sociali. L'obiettivo è assai ambizioso, riprogettare il nostro Paese dal lato industriale".