"Il prolungarsi dell’emergenza pandemica ha determinato per i dirigenti scolastici un sovraccarico di responsabilità e lavoro, che per rispondere alle esigenze del contact tracing, non conosce tregue nemmeno nei giorni festivi e negli orari serali. Dopo le buone intenzioni dichiarate dal Governo, nei fatti, all’interno della legge di Bilancio (che ha la maggiore disponibilità economica di sempre) in discussione in Parlamento, nessuna delle richieste avanzate dalla categoria è stata presa in considerazione". Così Flc Cgil, Uil scuola e Snals Confsal dell'Emilia Romagna, Monica Ottaviani, Gianluca Dradi, Serafino Veltri, Edera Fusconi, Gianfranco Samorì e Cristina Pedarzini.

"E’ arrivato il momento di dire basta e di pretendere risposte sulle questioni che da tempo rivendichiamo: risorse adeguate al rinnovo del contratto nazionale di lavoro, attualmente quelle stanziate nella legge di Bilancio non garantiscono nemmeno il mantenimento dell’attuale livello retributivo; il diritto a una mobilità senza vincoli; il diritto alla valutazione del livello crescente e insopportabile di stress lavorativo; il diritto a criteri di valutazione della prestazione lavorativa regolati contrattualmente; il diritto a una definizione chiara degli ambiti di responsabilità dei dirigenti scolastici nell’applicazione alla scuola di norme generali che riguardano la pubblica amministrazione", proseguono le sigle di categoria.

"Inoltre, ci battiamo per il diritto al supporto legale e amministrativo da parte degli ambiti territoriali provinciali e dagli uffici scolastici regionali, eliminando tutti gli oneri estranei al servizio di istruzione che attualmente gravano sulle segreterie delle scuole e sulla responsabilità diretta dei dirigenti scolastici, distogliendoli dal loro compito primario di garantire il corretto svolgimento del servizio di istruzione; per il diritto a essere preposti a istituzioni scolastiche che consentano l’efficace esercizio dell’autonomia scolastica con il ritorno ai parametri definiti dalle norme attuative dell’autonomia scolastica", aggiungono i dirigenti sindacali.

"In Emilia Romagna, è ora di dire basta e pretendere il rispetto per i Ds nominati dal 2019 che, a tutt’oggi, non percepiscono ancora la quota variabile dello stipendio (che ammonta a circa mille euro mensili), sulla base di una controversa interpretazione del contratto di lavoro. Con lo sciopero proclamato il 10 dicembre da Flc Cgil, Uil scuola e Snals Confsal, i dirigenti scolastici manifestano il proprio dissenso rispetto alla scelta di Governo e ministero di non stanziare nella legge di Bilancio in discussione in Parlamento le risorse necessarie per rispondere alle esigenze sopra elencate, nell’interesse della categoria e della qualità della scuola pubblica", concludono i sindacati.