Infortunio mortale sul lavoro in un'officina di Nichelino, in provincia di Torino. 

Leonardo Perna, questo il nome dell'uomo, 72 anni, era il titolare dell'azienda meccanica. Era salito su una scala e, secondo le ricostruzioni, è scivolato o ha perso l'equilibrio in seguito a un malore e, cadendo, ha sbattuto la testa. 

Al momento dell'accaduto era solo. Ad allertare i soccorsi sono stati i lavoratori dell'officina accanto che hanno sentito un tonfo.

Sul posto i sanitari del 118 che hanno constatato il decesso, insieme con carabinieri che indagano sulla dinamica dell'accaduto. 

"Anche oggi a Nichelino, nella prima cintura di Torino, si è verificato l'ennesimo incidente mortale sul lavoro. Dall'inizio dell'anno siamo a 680 incidenti mortali: una strage senza fine", si legge in una nota della Cgil Torino in seguito all'incidente in un'officina meccanica alle porte di Torino.

"Il cordoglio alla famiglia, pur doveroso, non è più sufficiente. In primavera la Cgil, insieme a Cisl e Uil, aveva costruito una
mobilitazione nazionale in tutti i territori per chiedere una svolta, di fronte a un dramma che la crisi rischia di far ulteriormente esplodere: la sicurezza diventa un costo, che passa in secondo piano rispetto al lavoro stesso".

"La sicurezza nel lavoro non può essere in prima pagina solo a fronte di incidenti mortali, tanto più a Torino, dove ancora viva è la memoria della strage della Thyssen - sottolinea il sindacato -. Proprio ieri, finalmente, questa emergenza è stata al centro del confronto con il Governo che ha preso in considerazione le proposte che da tempo facciamo, a partire dalla "patente a punti" per premiare le aziende virtuose e la richiesta di assunzioni di ispettori che possano davvero esercitare il ruolo di controllo preventivo nelle aziende, oggi molto aleatorio.

A questo proposito il Governo ha ribadito l'impegno a procedere ad oltre 2.000 assunzioni a livello nazionale. Occorre fare in fretta per creare le condizioni effettive di un cambio di passo, possibile solo a due condizioni: maggior formazione per
lavoratori e datori di lavoro e, appunto, più controlli che rompano quel senso di impunità che ancora caratterizza molti
settori lavorativi anche a Torino".