Mentre il ministro Bianchi annunciava al Parlamento che quest’anno la scuola sarebbe partita con tutti i docenti in cattedra, con le nomine informatizzate dei supplenti si è consumato l’ennesimo attacco al lavoro precario e ai diritti di chi da anni opera nella scuola. L’informatizzazione delle procedure di nomina dei supplenti è stata l’ultima trovata in materia di supplenze: l’algoritmo è stato lo strumento che i tecnici di Viale Trastevere hanno ideato per raggiungere l’obiettivo politico dato dal ministro Bianchi, ovvero quello di completare le nomine entro il 1° settembre.

L’obiettivo principale è però fallito palesemente, perché al 1° settembre erano state completate solo le nomine a tempo indeterminato. Allora si è deciso di puntare sul piano B, con l’annuncio: “Tutti in cattedra all’avvio delle lezioni”, ovvero il 13 settembre. Il problema però è che in tanti, troppi casi, la cattedra non era quella giusta: l’algoritmo, ovvero il software che ha gestito le nomine dei supplenti, ha  prodotto diversi errori seriali che hanno danneggiato molti precari che da anni lavorano nella scuola.

Vediamo cosa è successo. Le supplenze assegnate sono state circa 160 mila, in un unico turno di nomina e da graduatorie diverse, a seconda che i docenti in questione fossero abilitati, specializzati nel sostegno o con il solo titolo di accesso all’insegnamento. Tuttavia nella sequenza delle assegnazioni non tutto è filato liscio, come nel caso dei docenti nelle graduatorie di secondo fascia che hanno saltato i precari della prima, con specializzazione nel sostegno, che avrebbero dovuto precederli proprio in virtù del possesso del titolo specifico previsto per il supporto didattico agli alunni con disabilità.

Non solo. È accaduto anche che il sistema abbia impedito di unire insieme più spezzoni orari utili a costituire una cattedra; in questo caso la conseguenza è stata che i supplenti che hanno ottenuto poche ore avranno uno stipendio dimezzato, nella maggior parte dei casi insufficiente a garantire un reddito adeguato. Poi c’è stato il problema delle convocazioni dalle graduatorie d’istituto, con le graduatorie ad esaurimento saltate a piè pari in diverse province.

Il ministero si è trincerato dietro la dichiarazione per cui “a loro non risulterebbero errori rilevanti”. Peccato che invece i lavoratori penalizzati e che hanno sporto reclami agli uffici periferici siano stati moltissimi. Alla Flc è stato chiaro da subito che la situazione richiedesse un intervento. Già il 6 settembre abbiamo chiesto un incontro urgente ai tecnici di viale Trastevere e la richiesta è stata reiterata nei giorni successivi. Ad oggi non è arrivata nessuna risposta, come a dire che quel che è fatto è fatto e non sarà certo rimesso in discussione.

Si tratta di una modalità che sacrifica la trasparenza dei processi amministrativi di assegnazione dei contratti e calpesta conquiste ottenute in anni di lotta da parte del sindacato e dei lavoratori precari in materia di pubblicità delle operazioni, controllo, trasparenza. Il sindacato, tuttavia, non rimane con le mani in mano. Sta già fornendo tutela a migliaia di persone, verificando i reclami caso per caso e supportando i lavoratori con accesso agli atti e relative vertenze nel caso si riscontrino penalizzazioni.

Manuela Pascarella, responsabile reclutamento e precariato Flc Cgil