Tutti licenziati, con una lettera, senza alcun preavviso né alcun coinvolgimento del sindacato, perché l’azienda avrebbe deciso - come si legge nella comunicazione data ai lavoratori - di procedere alla "totale esternalizzazione dell’attività produttiva a mezzo di appalto servizi”. Ha dell’incredibile quello che è successo ai 14 lavoratori della Gastronomia Umbra di Taverne di Corciano (Perugia), che hanno ricevuto la notizia del loro licenziamento su un foglio di carta. 

“Da ieri siamo in sciopero - spiega Fabio Lucaroni, uno dei lavoratori licenziati - perché qui c’è gente che da 20, 30 anni ha dato l’anima per questa azienda e a casa ha una famiglia da mantenere. Non potevamo mai aspettarci un trattamento del genere, tanto più in piena emergenza coronavirus". 

“Quanto successo alla Gastronomia Umbra è qualcosa che non ha precedenti e risulta del tutto inaccettabile - aggiunge Michele Greco, segretario generale della Flai Cgil Umbria, in picchetto davanti all’azienda con i lavoratori - Il licenziamento, oltre che odioso e moralmente esecrabile, è anche palesemente illegittimo,non solo perché siamo in emergenza coronavirus e i licenziamenti sono bloccati, ma soprattutto perché sostituire i propri dipendenti con quelli di una cooperativa esterna, pagati meno, solo per aumentare i profitti, è qualcosa che, semplicemente, non si può fare. Per questo ci siamo già rivolti all’ispettorato del lavoro e siamo pronti a mettere in campo tutte le iniziative necessarie per tutelare i lavoratori, visto che l’azienda, che abbiamo incontrato nel pomeriggio, sembra intenzionata ad andare dritta per la sua strada". Intanto, anche oggi, 22 maggio, i lavoratori sono in sciopero e picchetto davanti all'azienda.