“Le misure che il governo si appresta a varare, con una nuova vocazione di intervento e partecipazione nazionale ora consentita dall’emergenza, rappresentano un’opportunità che la Jsw deve cogliere”. A dirlo sono Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil di Piombino (Livorno), parlando dello stabilimento ex Lucchini (secondo polo siderurgico italiano, dopo l’Ilva di Taranto), dal 2018 di proprietà del gruppo indiano. “La Cassa depositi e prestiti – spiegano – che sarà autorizzata a costituire per le grandi imprese un ‘patrimonio destinato’ con lo scopo di mettere in campo interventi e operazioni di sostegno e rilancio del sistema economico-produttivo italiano, in particolare di imprese con fatturato annuo superiore ai 50 milioni, rappresenta per la futura acciaieria di Piombino un’occasione importante per il rilancio dello stabilimento”.

Il gruppo indiano, argomentano i sindacati, al netto degli effetti della pandemia “ha accumulato perdite per oltre 40 milioni. E se tra le cause ci sono state l’evidente crisi del mercato dell’acciaio, le difficoltà a riconquistare il mercato, il costo elevato dell’energia, sicuramente l’elemento più rilevante è l’assenza di un’area fusoria, che costringe l’azienda a dipendere totalmente da forniture esterne, con tempi e costi non sempre controllabili, anche per quelle forniture strategiche per l’infrastrutturazione del nostro Paese costituito dalla produzione, unica in Italia, delle rotaie da 108 metri, che potrebbero arrivare, con gli investimenti opportuni, temprate e di 120 metri”.

Gli effetti di questa emergenza sanitaria “rischiano di amplificare a dismisura le difficoltà fin qui registrate nel rilancio siderurgico di Piombino”. Fiom, Fim e Uilm avvertono dunque l’esigenza di “una scelta e di un’opportunità di interesse nazionale e di politica industriale, partendo dal dare le risposte istituzionali al gruppo Jsw alla base della richiesta di proroga di quattro mesi, ormai trascorsi, condizione preliminare agli investimenti sull’area fusoria”. I sindacati, in conclusione, sollecitano l’azienda a “richiedere l’intervento della Cassa depositi e prestiti per il rilancio siderurgico” e chiedono al governo di riconvocare quanto prima “il tavolo di confronto per affrontare la vertenza Piombino con i massimi vertici aziendali e istituzionali”.