Aumenti delle tasse universitarie del 3,34 per cento rispetto a due anni fa per le fasce di reddito alte, con gli atenei settentrionali che si confermano i più cari: i costi superano del 47 per cento le rette del Sud e del 19 quanto si paga al Centro. I dati arrivano dalla IX indagine sui costi delle università italiane dell’Osservatorio nazionale Federconsumatori, che ha preso in considerazione diciotto atenei e cinque fasce reddituali, con una precisazione: a seguito dell’emergenza Covid un decreto ministeriale ha esteso la cosiddetta “no tax area” agli studenti con Isee fino a 20mila euro (prima era riservata alle famiglie con Isee inferiore a 13mila euro), mentre alcune università hanno scelto di estenderla o di applicare sconti anche agli studenti con redditi più elevati.

La più esosa d’Italia si conferma l’università di Pavia, che prevede imposte massime di 4.223 euro all’anno in media (per la precisione, 3.963 per le facoltà umanistiche e 4.483 euro per i corsi dell’area scientifica). Seguono Milano con 3.633 euro di tasse all’anno e La Sapienza di Roma, con 3.029 euro. “L’estensione della 'no tax area' e l’applicazione di ulteriori agevolazioni sono naturalmente novità positive per le famiglie – spiegano dall’associazione dei consumatori -, soprattutto in una situazione come quella attuale, che ci sta mettendo a dura prova non solo per la grave e perdurante emergenza, ma anche sotto il profilo emotivo ed economico. Non bisogna dimenticare che lo svolgimento dell’attività universitaria non avviene in presenza e che pertanto da quasi un anno gli studenti si trovano a dover svolgere il percorso accademico secondo modalità mai utilizzate prima, con tutti i conseguenti disagi che possono derivarne”.

Le criticità del sistema però rimangono. Oltre alla questione dei servizi offerti agli iscritti, primo tra tutti il problema delle residenze che non sono sufficienti a coprire la domanda di alloggi, resta aperta la questione dell’evasione fiscale: poiché l’ammontare delle rette e l’applicazione delle agevolazioni si calcolano in base al reddito, il fenomeno dell’evasione si traduce nell’erogazione di bonus anche a chi non ne avrebbe diritto, a scapito di coloro che invece sarebbero realmente in possesso dei requisiti.

“Ancora una volta, purtroppo, ci troviamo a dover denunciare la piaga dell’evasione fiscale – dichiara Emilio Viafora, presidente di Federconsumatori -, che in una situazione critica come quella che il Paese sta attraversando ha conseguenze ancora più gravi. Il contrasto all’evasione è necessario sia per risanare l’intero sistema economico che per evitare che nei casi in cui siano previste agevolazioni in base al reddito, come appunto per le tasse universitarie, i bonus vengano assegnati a chi in realtà non ne avrebbe diritto”.