“Siamo nati cinquanta anni fa per garantire a tutti il diritto alla casa. A distanza di mezzo secolo riproponiamo lo stesso diritto, perché in Italia non è assolutamente acquisito”.

Stefano Chiappelli, segretario generale del Sunia, sa bene che sul tema della casa le sfide sono ancora tante e tutte impegnative, ma non per questo con il sindacato degli inquilini e degli assegnatari di edilizia pubblica ha gettato la spugna. Anzi, al XIII congresso nazionale in programma a Pesaro dal 15 al 18 febbraio, rilancia la questione del disagio abitativo, partendo dal titolo: “Un nuovo welfare per l’abitare sociale e l’affitto sostenibile”.  

Risorse pubbliche per l'affitto

Nonostante l’80 per cento delle famiglie siano proprietarie dell’alloggio in cui vivono, c’è un 20 per cento di popolazione che vive in affitto e che oggi più di ieri è schiacciata dai canoni elevati dalle bollette alle stelle, spese sempre più proibitive a cui deve fare fronte con redditi bassi.

“Penso ai giovani, ai precari, agli immigrati e alla schiera dei nuovi poveri che è diventata sempre più numerosa dopo la pandemia – aggiunge Chiappelli -. L’affitto è lo strumento per affrontare i nuovi bisogni abitativi ed è per questo che è necessario un intervento diretto dello Stato: ci vogliono risorse pubbliche per un piano nazionale per la casa che metta al centro un consolidamento e un aumento del patrimonio immobiliare”.

70 mila sfratti

La proposta verrà lanciata dal Sunia durante la tavola rotonda del 16 febbraio, a cui prenderanno parte rappresentanti politici, di Federcasa, del Forum Disuguaglianze, dell’Associazione dei Comuni. A dispetto delle promesse fatte in campagna elettorale, di fronte all’aumento dei canoni e dell’inflazione, con 70 mila provvedimenti di esecuzione degli sfratti, un trend destinato ad aumentare, di fronte ai bassi salari e alla povertà sempre più strisciante, il governo infatti ha deciso di abolire ogni forma di sostegno all’affitto.

Proteggere la parte debole

“Queste scelte dimostrano che non si hanno a cuore gli interessi della parte più debole del Paese – prosegue Chiappelli -. La conferma arriva dall’ultima novità: la maggioranza ha bocciato emendamenti trasversali che avrebbero prorogato il Superbonus al 110 per cento per le case popolari. Con buona pace delle famiglie che da decenni aspettano interventi di recupero ed efficientamento degli edifici, oggi indispensabili anche per via del caro bollette. Il nostro esecutivo è lontano milioni di miglia dai problemi di tutti i giorni, delle persone che noi rappresentiamo, di chi cerca una casa, ha bisogno di un contributo, abita in un alloggio popolare”.

Canoni in salita

Un altro problema che il Sunia si troverà ad affrontare e che viene posto al centro del congresso è l’aumento progressivo dei canoni. “Se domani dovessimo rinnovare tutti gli accordi locali – afferma Chiappelli -, partendo dalla necessità di recuperare l’inflazione, ci troveremmo aumenti del 25 per cento in media, con punte più alte nelle grandi città. Se si aggiungono i costi dell’energia, luce e gas, arriveremo a incrementi per 50 per cento a famiglia solo per la casa. Cifre insostenibili”.

Il ruolo dell'Europa

Per questo il Sunia propone di destinare il 2 per cento del Pil nazionale alla spesa per l’abitare, come avviene negli altri Paesi dell’Unione, quota che anche le Regioni dovrebbero destinare ai fondi a favore della casa. E chiede che il problema sia affrontato a livello europeo con una strategia comune.

“Nel nostro continente ci sono 50 milioni di poveri, i cui bisogni non possono essere ignorati. È necessaria una direttiva su questo e noi costruiremo una piattaforma con la Confederazione europea dei sindacati e la Iut, l’Unione internazionale degli inquilini. Dalle sollecitazioni che ci vengono dai territori, che hanno messo in campo iniziative in questi mesi, sono maturi i tempi per una grande mobilitazione a livello nazionale”.