"Nel susseguirsi di analisi che si sovrappongono anche in questo periodo c’è un elemento estremamente significativo e al tempo stesso drammatico, che rischia di non essere colto: l’aumento esplosivo della povertà in Umbria". Così in una nota Mario Bravi, presidente dell'Ires regionale.

Il dato, presente anche nell’ultimo rapporto Aur sulle “Povertà in Umbria 2019”, "descrive la forte crescita della quota di famiglie in povertà relativa in Umbria, arrivata nel 2018 al 14,3% del totale (mentre il dato nazionale è dell'11,8%). Dal 2010 al 2018 la nostra regione è passata dal 5° al 13° posto nella classifica delle regioni meno povere. Inoltre, nel 2017 (ultimo dato ufficiale disponibile) l’incidenza di individui poveri ha superato il 17% del totale della popolazione umbra pari a 150.000 umbri in condizioni di povertà", continua il sindacalista. 

Che aggiunge: "In questa prima parte del 2019 la situazione complessiva della nostra regione tende ulteriormente a incrudirsi: basta pensare al Pil inchiodato allo 0% dopo aver perso circa il 15% dal 2008, alla disoccupazione che torna ad aumentare e ai consumi in calo. Il dato drammatico che abbiamo di fronte è che la povertà nella nostra regione in 5 anni è raddoppiata. Per la prima volta l’Umbria ha dati peggiori della media nazionale anche sul versante della coesione sociale".

"Quel valore che storicamente caratterizzava la nostra regione, come una realtà dove le differenze e le diseguaglianze (il cosiddetto indice di Gini) erano inferiori alla media nazionale, è stato definitivamente spazzato via dalla grave crisi strutturale che attanaglia l’Umbria dal 2008. La nostra regione sta cioè perdendo i suoi connotati migliori. Servono come il pane nuove politiche economiche incentrate sugli investimenti pubblici e privati che ridiano diritti e dignità al mondo del lavoro", termina la nota.