Puntata n. 34 - In difesa del diritto alle cure la Cgil, insieme a una piattaforma di associazioni laiche e cattoliche, ha deciso di manifestare domani a Roma. Appuntamento alle 10 in Piazza della Repubblica e arrivo in Piazza del Popolo

Tutti in piazza per il diritto alle cure 

Se pensate che lo stato comatoso del Servizio sanitario nazionale non vi riguardi, sappiate che chi risiede in Trentino ha un’aspettativa di vita più lunga di tre anni rispetto a chi risiede in Campania. Se pensate che non vi riguardi, sappiate che – dati del Rapporto 2022 di Cittadinanzattiva alla mano – nel sistema sanitario pubblico ci vogliono 720 giorni per una mammografia, la prenotate oggi e più o meno la farete nel 2025. Un anno per un’ecografia e per una TAC, le prenoti oggi e le farai a giugno 2024. 6 mesi per una risonanza magnetica, giusto giusto l’antivigilia di Natale, se riesci a finire prima i regali. Se poi hai bisogno di un intervento chirurgico in cardiologia e ortopedia – di solito suonano cose abbastanza urgenti – prenoti oggi e a giugno 2024 le fai. Le vacanze sono salve, sì, quelle della prossima estate. Di fronte a questi tempi non stupisce la notizia dell’ISTAT, secondo cui nel 2020 il 7% della popolazione ha rinunciato a prestazioni sanitarie necessarie perché ritenute troppo costose o per liste di attesa troppo lunghe. Un fenomeno che riguarda quattro milioni di persone.  Chi può alla fine paga di tasca sua. E il pubblico si impoverisce a vantaggio del privato. Così nel 2021 i cittadini italiani hanno speso 41 mld di euro per curarsi, erodendo salari e pensioni. 623 euro a testa, con enormi diseguaglianze territoriali. Per questo la Cgil insieme a una piattaforma di associazioni laiche e cattoliche ha deciso di manifestare domani a Roma. Appuntamento alle 10 in Piazza della Repubblica e arrivo in Piazza Popolo. Insieme per la Costituzione. Il sassolino del direttore di Collettiva, Stefano Milani.

La sirena dell’ambulanza suona all’impazzata. Il malato Italia attende moribondo sul ciglio della strada. Non c’è defibrillatore che tenga. La rianimazione è complicata. Il coma è irreversibile. Gli attuali primari in carica al Chigi Hospital sembrano usciti da un torneo dell’Allegro chirurgo. Annaspano, confusi, mentre privatizzano pure l’acqua ossigenata. Chiamate un dottore! Presto è urgente! Ma quale dottore? Quello che ha il contratto scaduto da anni. O quello che da eroe in terapia intensiva è ritornato precario in corsia.  Oppure quello che fa ricerca con i soldi del Monopoli? Diteci che è tutto uno scherzo. Che sulla salute non si gioca. Che la sanità deve restare pubblica per non lasciare agonizzante nessuno. Ma non fatelo per un bieco tornaconto elettorale, fatelo soprattutto per la sopravvivenza della specie umana.

Ora se la prendono con i più piccoli

Lo sapevamo che prima o poi sarebbe arrivato anche questo. E il governo Meloni che sui peggiori presagi non delude mai, puntuale come la legge di Murphy, rischia di rovinare la vita a 33 bambini di Padova, colpevoli di avere due mamme. Di mamma ce n’è una sola, immaginiamo che abbia tuonato il ministro Matteo Piantedosi di fronte agli atti di nascita che ne indicavano due, registrati dal sindaco Sergio Giordani. È bastata una raccomandata della procura per cancellare la mamma di troppo e tenere solo quella biologica. Decisione grave e insensata in assoluto. Gravissima perché torna indietro fino ai nati del 2017. Bambini che a settembre andranno in prima elementare. Da adesso in poi niente più legittimerà di fronte alla legge il ruolo di genitore per chi è stato colpito dal provvedimento. Gli ci vorrà un permesso firmato dalla mamma biologica per fare tutto ciò che fino a ieri era normale: andare a prendere i bimbi a scuola o parlare con il pediatra. Da mamma a baby sitter in una manciata di ore. In caso di separazione non potranno difendere il loro diritto di crescere il bimbo. Semplicemente il loro ruolo non è più riconosciuto. Deve essere dura, per questo governo, avere le mani legate su tutto. Economia e politica estera. Solo così può spiegarsi la furia cieca con cui si accanisce ormai sui diritti civili. Piantedosi, dopo quella del carico residuale rivolta ai migranti disperati, mette un’altra tacca sul suo cinturone. Complimenti sceriffo. Bambini e intere famiglie adesso rischiano un calvario per colpa sua. 

Innocenti evasioni

Il ministro Carlo Nordio, valido compagno di squadra del ministro Piantedosi, vorrebbe cancellare i processi contro chi non paga le tasse. Giustizia "conciliativa". In soldoni lo Stato dovrebbe far buon viso a cattivo pagatore, con buona pace per milioni di lavoratori dipendenti e pensionati che le tasse le pagano. Il quartierino dei furbetti si allarga al Paese intero, seguendo il giustificazionismo del ministro: "Se un imprenditore onesto decidesse di assoldare un esercito di commercialisti non riuscirebbe a stare tranquillo perché le norme si contraddicono". Sarebbe una doppietta storica per Nordio, un uno due da fuoriclasse, dopo l’abolizione dell'abuso d'ufficio.

L’avvertimento

Fiom Fim e Uilm hanno proclamato 4 ore di sciopero articolate per territori: venerdì 7 luglio nelle regioni del Centro-Nord, lunedì 10 luglio nel Lazio e nelle regioni del Sud. “Non vogliamo accompagnare il Paese alla dismissione industriale – ha spiegato il segretario generale della Fiom Michele De Palma – ma affrontare la transizione digitale, ambientale e industriale. La transizione si fa se la fanno i lavoratori, sia chi sta in produzione sia chi si occupa di ricerca e sviluppo”.

Se 8715 euro vi sembran pochi

A tanto potrà arrivare il premio per i dipendenti Heineken in tre anni. È questo il frutto del lavoro dei sindacati sul rinnovo del contratto integrativo. Solo la punta di diamante di un contratto che garantirà, tra l’altro, migliori condizioni per la conciliazione tra tempo di vita, di cura e di lavoro e attenzione massima a diversità, equità e inclusione, prevedendo l’estensione di tutte le disposizioni in materia di permessi anche alle unioni civili e alle convivenze di fatto, a prescindere dall’orientamento sessuale. Altro che Padova e il governo. Quando vi chiedete a cosa serve iscriversi alla Cgil, pensate a tutto questo. Per approfondire collettiva.it.

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